Il Papa riceve la Carovana per la libertà dei sequestrati in Colombia

Un gruppo di 150 motociclisti che ha percorso l’Europa

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di Carmen Elena Villa

CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 19 novembre 2009 (ZENIT.org).- Durante l’Udienza generale di questo mercoledì nell’Aula Paolo VI, c’era un gruppo di pellegrini colombiani che venivano da Madrid. Non sono arrivati né in aereo né in treno o affittando una macchina. Sono giunti a Roma in motocicletta.

Si tratta della “Carovana per la libertà dei sequestrati in Colombia”. Benedetto XVI li ha ricevuti questo mercoledì e li ha salutati al termine della sua catechesi settimanale.

“Saluto cordialmente i fedeli di lingua spagnola. In particolare, la Carovana ‘per la pace e la liberazione dei sequestrati’, della Colombia”, ha detto il Pontefice.

I motociclisti erano presenti nell’Aula indossando una maglietta nera sulla quale era scritto in bianco “Libertad”. Avevano la bandiera della Colombia e chiedevano la fine della prigionia per i circa 3.000 sequestrati in questo Paese e in altri luoghi del mondo come Gaza, Messico o Guatemala.

Promotore dell’iniziativa è il giornalista Herbin Hoyos, conduttore del programma radiofonico “Voces del secuestro”, attraverso il quale familiari e amici inviano messaggi ai propri cari. Hoyos ha dovuto abbandonare il suo Paese per le continue minacce da parte dei gruppi armati.

Al termine dell’udienza, sia il giornalista che la colombiana Jenny Mendieta, il cui padre è stato sequestrato 11 anni fa, hanno avuto l’opportunità di salutare il Papa.

“E’ stato un momento molto emozionante”, ha detto Hoyos in alcune dichiarazioni a “Radio Caracol”.

“Appena ho ricordato che il padre di Jenny era sequestrato da 11 anni è rimasto colpito. Le ha preso la mano in modo affettuoso, mostrandole grande ammirazione”.

Hoyos ha donato al Papa un casco da motociclista bianco, donato dalla famiglie colombiane di sequestrati, e ha confessato che voleva che il Pontefice lo indossasse davanti a tutti i fedeli, ma ovviamente il protocollo vaticano non permette questo tipo di atti.

“Ho detto a Sua Santità che noi motociclisti del mondo gli consegnavamo questo casco perché lo riconosciamo come nostro pastore e nostro leader per i sequestrati della Colombia e per quelli delle altre parti del mondo”, ha dichiarato.

“Gli ho detto: Santità, a parte di pregare, voglio chiederle di fare da intermediario perché queste persone tornino in libertà. Mi a detto: lo faremo, ma pregheremo anche. Ha sottolineato molto la preghiera. Mi ha preso la mano e mi ha guardato negli occhi, come per dirmi di avere fiducia”.

Hoyos ha espresso gioia e speranza per la recente liberazione di alcuni ostaggi della nave spagnola Alakrana, “che sono già sulla via di casa”.

Dal canto suo, Jenny Mendieta ha chiesto solidarietà con i sequestrati e ha sottolineato la necessità di sensibilizzare le FARC e il Governo colombiano per ottenere la liberazione di tutti gli ostaggi, che a suo avviso sono caduti nel dimenticatoio, dopo il rilascio di Ingrid Betancourt e di tre cittadini statunitensi il 2 luglio 2008.

La Carovana, che ha già ricevuto inviti per recarsi in Russia, a Gaza e in Centroamerica, “terminerà solo quando saranno liberati gli ultimi sequestrati, e non quando i violenti vorranno che abbia fine”, ha detto Jenny.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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