Benedetto XVI invita a rilanciare lo studio della filosofia

Nell’udienza ai partecipanti al VI Simposio Europeo dei Docenti Universitari

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 8 giugno 2008 (ZENIT.org).- Rilanciare lo studio della filosofia nelle università e nelle scuole per rispondere alla crisi della modernità: è questo l’invito rivolto dal Papa ai partecipanti al VI Simposio Europeo dei Docenti Universitari sul tema “Allargare gli orizzonti della razionalità. Prospettive per la filosofia”.

L’incontro, organizzato in collaborazione con l’Ufficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma e svoltosi dal 5 all’8 giugno presso la Pontificia Università Lateranense, ha visto la presenza di 63 relatori e 400 partecipanti provenenti da 29 Paesi del Vecchio Continente.

I docenti universitari hanno riflettuto sul rapporto della filosofia con altre dimensioni della conoscenza e dell’esperienza umana, come le scienze, le religioni, l’antropologia e la società.

Nel suo discorso, il Pontefice ha sottolineato in particolare l’urgenza di un dialogo fecondo tra fede e ragione, per riscoprire la “fecondità storica del Vangelo e le sue straordinarie potenzialità” e così affrontare in modo adeguato le sfide della modernità.

“La modernità non è un semplice fenomeno culturale, storicamente datato – ha detto –; essa in realtà implica una nuova progettualità, una più esatta comprensione della natura dell’uomo”Per questo, ha detto, la modernità, se ben compresa, “rivela una questione antropologica” ricca di sfaccettature.

In tale contesto, il Papa ha inoltre ravvisato “un segno evidente del sincero desiderio di far uscire dall’autosufficienza la riflessione filosofica” nell’ “apertura di credito” nei confronti delle religioni e, in particolare del cristianesimo, riscontrabile in diversi autori.

“La fede cristiana – ha poi detto – ha fatto la sua scelta netta: contro gli dei della religione per il Dio dei filosofi, vale a dire contro il mito della sola consuetudine per la verità dell’essere”.

Solo partendo da tale premessa, ha aggiunto, “è possibile venire incontro alle nuove attese della riflessione filosofica”, altrimenti si corre il rischio “molto concreto” che la religione cristiana “sia strumentalizzata come fenomeno surrettizio”.

Mentre, ha osservato, “da sempre la fede cristiana non può essere rinchiusa nel mondo astratto delle teorie, ma deve essere calata in un’esperienza storica concreta che raggiunga l’uomo nella verità più profonda della sua esistenza”.

E’ per questo, ha fatto poi appello, che “è urgente avviare un dialogo fecondo con la filosofia”.

D’altro canto, ha continuato, “la fede cristiana è chiamata” a rispondere al desiderio di pienezza di umanità. Un desiderio che “non può essere disatteso” e che “attende risposte adeguate”.

“Il nuovo dialogo tra fede e ragione, oggi richiesto, non può avvenire nei termini e nei modi in cui si è svolto in passato – ha poi tenuto a precisare –. Esso, se non vuole ridursi a sterile esercizio intellettuale, deve partire dall’attuale situazione concreta dell’uomo, e su di essa sviluppare una riflessione che ne raccolga la verità ontologico-metafisica”.

Il Papa ha infine invitato i docenti universitari a promuovere “centri accademici di alto profilo, in cui la filosofia possa dialogare con le altre discipline, in particolare con la teologia”, incoraggiandoli a “proseguire con fiducia nella ricerca filosofica investendo energie intellettuali e coinvolgendo le nuove generazioni in tale impegno”.

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ZENIT Staff

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