CITTA' DEL VATICANO, domenica, 22 giugno 2008 (ZENIT.org).- Questa domenica mattina, è stato proclamato Beato a Beirut il padre cappuccino libanese Abuna Yaaqub Jacques Ghazir Haddad (al secolo Khalil), fondatore della Congregazione delle Suore Francescane della Croce del Libano, morto nel 1954 all’età di 79 anni.

A nome del Papa, ha presieduto la celebrazione, nella Piazza dei Martiri della capitale libanese, il Cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

Al termine della preghiera domenicale dell'Angelus, Benedetto XVI ha rivolto un pensiero al nuovo Beato, auspicando “con tutto il cuore che l’intercessione del beato Abuna Yaaqub, unita a quella dei Santi libanesi, ottenga a quell’amato e martoriato Paese, che troppo ha sofferto, di progredire finalmente verso una stabile pace”

Abuna Yaaqub  El-Haddad, terzo di cinque fratelli, è nato in Libano il 1 febbraio 1875. Nel 1892, mentre era in Egitto dove lavorava come insegnante, sentì la vocazione sacerdotale. Decise quindi di entrare nel convento cappuccino di Khashbau l'anno seguente. Yaaqub prese i voti perpetui nel 1898 e divenne prete nel 1901.

Venne assegnato al monastero di Bab Idriss a Beirut. Da lì, lavorò con dedizione per costruire scuole elementary per I bambini delle campagne. Inolte, dette vita al terz'ordine per uomini e donne.

Sulle orme di San Francesco d'Assisi, il beato libanese è stato un instancabile apostolo della carità, plasmata nella sua sollecitudine per le necessità fisiche e morali del prossimo.

Subito dopo la prima guerra mondiale, padre Yaaqub acquistò la collina di Jall-Eddib dove voleva costruire una chiesa ed erigere una croce, e che divenne presto un luogo di raccolta di sacerdoti malati, e di altri poveri che chiedevano assistenza.

Per dare continuità al suo lavoro, in questo luogo, fondò nel 1930 la congregazione religiosa delle Suore Francescane della Croce del Libano, che da allora si dedicano alla cura dei disabili, degli handicappati mentali, delle persone anziane e incurabili abbandonate dai loro familiari e dagli ospedali, e all'educazione degli orfani.

Il postulatore della Causa di beatificazione, padre Florio Tessari, in una intervista alla Radio Vaticana ha parlato della sua instancabile opera di predicazione in Libano, Palestina, Iran e Siria.

“I suoi 24 volumi manoscritti di discorsi in arabo – ha aggiunto – testimoniano l’impegno della sua vita nell’evangelizzazione. Poi la sua attività sociale. Fondò scuole, ospedali, orfanotrofi”.

“É stato definito 'un altro san Vincenzo de’ Paoli', nonché 'il Don Bosco' e 'il San Giuseppe Cottolengo del Libano' per le sue opere di beneficenza che scaturivano dal suo cristocentrismo francescano”.

“La sua immensa carità, espressa in molteplici iniziative, nasceva dalla vitale incorporazione al Cristo sofferente in sé e nelle sue membra, la cui Croce tanto amata fu la teologia e la prassi della sua lunga vita sacerdotale”, ha sottolineato.

“Niente cielo senza croce – scriveva padre Yaaqub –. Chi vuole il cielo senza sofferenza, è come chi vuole comprare merci senza pagare”.

Morì il 26 giugno del 1954, stringendo a sé una croce.