ROMA, mercoledì, 11 giugno 2008 (ZENIT.org).- Di fronte alla crisi che attraversa il mondo, il primo compito che spetta alla comunità internazionale è la globalizzazione della solidarietà, ha affermato il segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti.

L'Arcivescovo Agostino Marchetto lo ha dichiarato questo mercoledì pomeriggio nel corso della Tavola Rotonda promossa dall’Aspen Institute Italia sul tema “La crisi globale: dal mercato ai valori. L’Europa e l’Italia”.

Il presule ha richiamato “come utile cornice” un intervento di Henry Kissinger sull’International Herald Tribune del 30 maggio scorso dal titolo “Globalization and its discontents”, in cui l'autore afferma che “il gap crescente tra l'ordine politico ed economico mondiale deve essere colmato”.

La globalizzazione della solidarietà, ha ricordato, è stata sostenuta sia da Giovanni Paolo II che da Benedetto XVI, che nel suo discorso alla Fondazione “Centesimus annus-Pro Pontifice” del 31 maggio scorso ha affermato che bisogna “promuovere uno sviluppo globale attento alla promozione integrale dell’uomo”, aggiungendo che “al centro di ogni programmazione economica (…) occorre che ci sia sempre la persona”.

“Solo una condivisa cultura della partecipazione responsabile e attiva può permettere ad ogni essere umano di sentirsi non fruitore o passivo testimone, ma attivo collaboratore nel processo di sviluppo mondiale”, ha spiegato il Pontefice.

Le parole del Vescovo di Roma, secondo monsignor Marchetto, esprimono valori importanti: “solidarietà, persona umana, cultura della partecipazione responsabile e attiva”.

In fondo, osserva, è un richiamo alla seconda Enciclica Spe salvi, in cui il Pontefice afferma che “le strutture migliori funzionano soltanto se in una comunità sono vive delle convinzioni che siano in grado di motivare gli uomini ad una libera adesione all’ordinamento comunitario” (n. 24).

Da ciò emergono altri valori, rappresentati dalle “convinzioni, frutto di una presa di coscienza, che portano alla creatività e all’azione”.

Altri due elementi importanti, “il bene comune, nazionale, nel contesto di quello universale”, sono stati sottolineati dall'Arcivescovo richiamando il suo intervento su Nuntium del Luglio-Novembre 2005 sul tema “Globalizzazione e promozione umana” e quello a Bruxelles l'11 luglio 2007 al Forum globale su “Migrazione e sviluppo”.

Allo stesso modo, il presule ha ricordato gli articoli scritti sulla Rivista People on the Move (N. 102, p. 365 e N. 105, p. 117, quest’ultimo intitolato “Europa, immigrazione e futuro”, con particolare attenzione al bene comune nazionale e internazionale, universale).

A questo riguardo, il presule ritiene significativo che al suo ultimo articolo, da Nairobi, “L’Osservatore Romano” (4 giugno 2008) abbia dato il titolo “L’integrazione dei migranti, valore di civiltà”, a cui il giorno seguente ne è seguito un altro sul tema “L’immigrazione come valore economico e sociale”.

“Si associano qui valori ed emigrazione, binomio significativo, che mi piace sottolineare come spunto specifico per questa Tavola Rotonda, nel contesto della globalizzazione di cui le migrazioni, appunto, sono una conseguenza ed una espressione”, ha concluso.