Lettura
La conversione di san Paolo conquista sempre il cuore nostro. Vi si specchia il nostro voler essere come lui, capaci di rialzarci, di essere nuovi, veri, autentici. Con occhi senza squame di pesantezza e di pigrizia. E nel cuore nostro, resta validissimo anche il gesto di obbedienza di Anania: un cuore che ha paura, che obietta mille ostacoli. Ma poi sa partire, andare in casa d’altri contro il pericolo. E tratta con infinita dolcezza chi ha sbagliato. Lo redime. Con la carità. Riempiendo di luce quel cuore di Saulo, già aperto dal gesto di perdono di Stefano. Veramente, Dio attira tutti a sé. Insegna. Noi da lui, impariamo, per avere la vita eterna, nutriti da un pane che non muore.
Meditazione
Gesù ci ama così: intimamente. Ma non basta: vuole appartenerci anche intimamente. Il brano, molto ricco, invita a prestare serio ascolto al Maestro Gesù. C’è sgomento tra i Giudei, perché non riescono a capire come Gesù possa dare da mangiare la sua carne. Il dialogo si fa aspro, a quanto descrive Giovanni. E questo denota che nel cuore di chi ascolta le parole di Gesù non sempre c’è un cuore aperto alla sua luce. Siamo troppo frettolosi nel giudicare, a volte, le cose che avvengono davanti ai nostri occhi. Ma quello dei Giudei, è chiaro, che è uno sguardo corto, che teme di allungarsi. Come quando ci limitiamo a considerare le apparenze e rinunciamo a spingerci oltre, alla sostanza. Ma Gesù non usa altre parole che quelle già pronunciate. Non c’è vita in chi non vive l’eucaristia. In questo notiamo una simbologia intensa. La carne è, infatti, l’aspetto umano di Gesù. Mentre il sangue è l’aspetto divino. Gesù ha compiuto proprio questo sposalizio: tra cielo e mondo, tra pochezza umana e potenza divina. Ci ha riconciliati con Dio. Ci ha restituiti alla dignità di essere suoi figli. Gesù sta dalla nostra parte perché sa che siamo creature infedeli che hanno bisogno di ritrovare la strada della vita. E lo fa perché ci ama. Non perché lo meritiamo. Ed è per questo un amore non previsto, ma che comunque ci supera. Le immagini di “mangiare la carne di Gesù e bere il suo sangue” rappresentano il martirio e il passaggio dalla morte alla Risurrezione. Questa Parola vivente, che è Gesù, ci fa anche ripercorrere quel sentiero di grande conforto dove ci viene ricordato che “Dio ci ha nutriti di manna…per farci capire che l’uomo non vive di solo pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca di Dio” (cfr. Dt 8,3).
Preghiera
«Ostia salutare, che apri la porta del cielo; ci incalzano aspre battaglie; dacci forza, portaci aiuto. Al Signore uno e trino sia gloria eterna; ci doni la vita senza fine, nella patria del cielo» (dalla Liturgia).
Agire
Nulla è impossibile a Dio. Nemmeno convertire il cuore aspro di Saulo. Nemmeno convertire il tuo!
Meditazione del giorno a cura di monsignor GianCarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it