La gioia senza fine

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

A Corìnto, una delle più importanti città della Grecia, Paolo si ferma un anno e mezzo (v. 11) confortato dalla presenza di Aquila e Priscilla e dai suoi due discepoli, Sila e Timoteo. Il Signore incoraggia l’apostolo a perseverare nell’evangelizzazione assicurando la sua vicinanza e la sua protezione («io sono con te», v. 10). Nel Vangelo, Gesù annuncia che la tristezza dei discepoli si cambierà in una gioia che nessuno potrà togliere.  

Meditazione

«L’uomo – afferma Benedetto XVI – aspira ad una gioia senza fine, vuole godere oltre ogni limite, anela all’infinito» (Luce del mondo, p. 95). Per questo Paolo VI, celebrando l’anno giubilare, con l’Esortazione ApostolicaGaudete in Domino (9 maggio 1975) ha donato alla Chiesa il manifesto della gioia cristiana. Tutto quello che si può dire a livello biblico e teologico della gioia cristiana vi si trova scritto in una felice sintesi. La gioia pervade tutta la Scrittura (la parola ritorna circa 246 volte) perché il Dio che si è rivelato è il Dio della gioia, anzi, della “gioia infinita” secondo l’espressione usata dalla santa carmelitana, la cilena Teresa de los Andes.  Dall’inizio alla fine tutto il Vangelo di Luca è un inno alla gioia, e nei discorsi di addio l’invito alla gioia è uno dei temi che ricorre più frequentemente (Gv 15,11; 16,20-21; 22.24; 17,13). Il riferimento essenziale della gioia cristiana è la Pasqua. La liturgia della notte di Pasqua è piena di inviti alla gioia, a cominciare dall’Exsultet che dà la tonalità gioiosa e pasquale alla vita cristiana. Eusebio di Selèucia ha scritto una frase ad effetto che rivela il valore perenne della spiritualità cristiana, attinta alla gioia della Pasqua: «La risurrezione di Gesù ha fatto della vita dei cristiani una festa senza fine». Questa frase, letta da un monaco di Taizé afflitto da un cancro e comunicata a Roger Schutz, ha dato origine a un libro che ha avuto molta risonanza presso i giovani pellegrini della comunità di Taizé: La tua festa non abbia fine. Il dono pasquale di Cristo risorto è lo Spirito Santo e «il frutto dello Spirito è gioia» (Gal 5,22 ) anzi, è lo stesso  Spirito la gioia e la sorgente perenne della letizia cristiana. 

Preghiera

O Santo Spirito, che personifichi la gioia esultante dell’unione del Padre con il Figlio, comunica anche a noi questa divina esul­tanza. Trascina nella corrente della tua gioia tutta la nostra esistenza e tutta la nostra attività. Rianima la nostra gioia tutte le volte che è minacciata dalle difficoltà e dalle prove. Aiutaci a irradiare la tua gioia nell’umanità intera, a portare al mondo la gioiosa testimonianza della risurrezione di Cristo. 

Agire

«La gioia è preghiera; la gioia è forza; la gioia è amore. E più dona, chi dona con gioia» (Madre Teresa di Calcutta). Per questo intendo affidarmi allo Spirito della gioia. 

Meditazione del giorno a cura di monsignorVito Angiuli, vescovo di Ugento – Santa Maria di Leucatratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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