Lettura

Santo Stefano, il cui nome di origine greca significa “ghirlanda, corona”, ha vissuto una vita di primati: egli fu il primo dei sette diaconi scelti dagli apostoli e divenne il primo cristiano a dare la propria vita per testimoniare Cristo e il Vangelo. Nessuno, ricorda la prima lettura, riusciva a resistere alla sapienza e allo Spirito che traspariva dalle sue parole. Il Vangelo di Giovanni, invece, presenta l’ansiosa ricerca di Gesù da parte delle folle. Ciò nonostante, il Signore scruta i cuori e conosce fin troppo bene i motivi che conducono le folle a cercarlo. Esse sono attratte non dai “segni” che aprono l’anima alla fede, ma dal pane che sazia solo la fame materiale.    

Meditazione

L’amore viscerale del diacono Stefano per il Signore risorto diventa una forza nascosta in grado di illuminare il suo stesso volto e renderlo in questo modo pronto ad affrontare qualunque prova e qualsiasi ingiuria. Le parole di Stefano erano così autentiche e difficili da controbattere tanto che coloro che lo ascoltavano, non potendo resistergli, ricorsero alla menzogna. Il volto di Stefano diventa luminoso come quello di un angelo, perché nessuna falsità e nessuna menzogna può turbare il volto e il cuore di colui che ha riposto la ragione più profonda della propria esistenza nell’annuncio del Vangelo di Cristo, senza alcun fraintendimento e consapevole dei rischi che una scelta così radicale comporta. La folla che cerca Gesù con insistenza ha invece frainteso i prodigi compiuti dal Signore. Il giorno dopo la moltiplicazione dei pani, la folla è alla disperata ricerca di Gesù non perché abbia capito il miracolo dei pani ma perché desidera essere sfamata gratis. Le parole di Gesù orientano in modo differente i desideri degli uomini. Occorre cercare il cibo che rimane per la vita eterna. La folla, imbarazzata per non aver compreso il segno dei pani, pone una domanda: cosa fare per compiere le opere di Dio? Gesù risponde che la fede è l’opera da compiere. Essa – afferma Papa Francesco – «illumina tutta l’esistenza dell’uomo […]. La fede, che riceviamo da Dio come dono soprannaturale, appare come luce per la strada, luce che orienta il nostro cammino nel tempo» (Lumen fidei, 4). 

Preghiera

Signore Gesù, purifica il mio cuore perché la volontà di seguire le tue vie si compia in me senza fraintendimenti e incomprensioni. Stimola nel mio animo un continuo desiderio di quel cibo che non perisce ma che è il tuo stesso corpo. La tua grazia mi sostenga nel compimento delle opere di Dio e aumenti la mia fede in te. 

Agire

Mi impegno affinché il mio cercare Gesù non sia influenzato dalla logica mondana del chiedere per avere, ma dalla gioia che scaturisce esclusivamente dallo stare in sua compagnia. 

Meditazione del giorno a cura di monsignorVito Angiuli, vescovo di Ugento – Santa Maria di Leucatratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it