Il Papa, la teologia della liberazione, il marxismo (Terza e ultima parte)

Per Pio XI, il comunismo spoglia l’uomo della vera libertà e della sua dignità

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2.2. Da Pio XI ad oggi

Pio XI, nell’enciclica Quadragesimo Anno (1931), riconobbe che nel socialismo sono presenti anche delle verità, ma affermò che un cattolico non può essere socialista perché il cristianesimo e il socialismo propongono ideali di società tra di loro contraddittori. E’ dichiarato nell’enciclica: «Se il socialismo, come tutti gli errori, ammette pure qualche parte di vero (il che del resto non fu mai negato dai Sommi Pontefici), esso tuttavia si fonda su una dottrina della società umana, tutta sua propria e discordante dal vero cristianesimo. Socialismo religioso e socialismo cristiano sono dunque termini contraddittori: nessuno può essere buon cattolico ad un tempo e vero socialista»1

Pio XI, nell’enciclica Divini Redemptoris del 1937, condannò «il comunismo bolscevico e ateo minaccia tremenda per la civiltà umana»2 e evidenziò come il comunismo fosse un grave pericolo per l’intera umanità, perché esso «mira a capovolgere l’ordinamento sociale e a scalzare gli stessi fondamenti della civiltà»3.

Il Papa in questa enciclica denunciò, come si evince dai titoli dei paragrafi sotto riportati, le falsità intrinsecamente connesse all’ideologia comunista, i rischi che l’affermazione di tale ideologia comporta per la salvaguardia dei diritti dell’individuo e della famiglia, il disprezzo per la libertà personale e l’odio antireligioso manifestato dai comunisti, le persecuzioni da essi perpetrate contro i cristiani e le “violenze furibonde” commesse in nazioni di tradizione cattolica:

– La dottrina del comunismo ha un falso ideale di giustizia, di eguaglianza e di fraternità.

– L’uomo viene spogliato della vera libertà e della sua dignità.

– Distruzione dei valori fondamentali del matrimonio e della famiglia.

– Persecuzione anticristiana del comunismo in Russia e in Messico

– Orrori del comunismo in Spagna

– Il comunismo è antireligioso per natura e lotta contro tutto ciò che è divino

– Il comunismo ha imposto la schiavitù a milioni di uomini.

Pio XI rilevò che nei confronti dei crimini commessi dal comunismo si era manifestata la «congiura del silenzio nella stampa mondiale»4 e affermò che non era «ammessa alcuna collaborazione con il comunismo»5 perché esso è “intrinsecamente perverso”. Il Papa si appellò quindi ai vescovi perché mettessero in guardia i fedeli da non farsi ingannare e li invitassero a non collaborare con i “senza Dio”. E’ scritto:

Procurate, Venerabili Fratelli, che i fedeli non si lascino ingannare! Il comunismo è intrinsecamente perverso e non si può ammettere in nessun campo la collaborazione con lui da parte di chiunque voglia salvare la civilizzazione cristiana. E se taluni indotti in errore cooperassero alla vittoria del comunismo nel loro paese, cadranno per i primi come vittime del loro errore e quanto più le regioni dove il comunismo riesce a penetrare si distinguono per l’antichità e la grandezza della loro civiltà cristiana, tanto più devastatore vi si manifesterà l’odio dei “senza Dio”6.

Il comunismo fu condannato da Pio XII perché “materialistico e anticristiano” e, per questo motivo, decretò nel 1949 la scomunica per i cattolici che sostengono e diffondono il comunismo. E’scritto nel decreto: «Il comunismo […] è materialistico e anticristiano; i capi dei comunisti infatti, anche se a parole talvolta professano di non combattere la Religione, nella realtà tuttavia, sia nella dottrina che nell’azione, si mostrano contro Dio e contro la vera Religione e la Chiesa di Cristo»7.

Giovanni XXIII nel 1959, in continuità con Pio XII, estese la scomunica a «quanti danno il voto ai candidati che, anche se assumono il nome cristiano, nella pratica si associano ai comunisti e ne favoriscono l’azione»8. Quindi la scomunica riguarda tutti gli elettori cattolici che votavano per candidati i quali, pur dichiarandosi cristiani, collaboravano con i comunisti.

Paolo VI riaffermò il magistero dei suoi predecessori, sostenendo, nell’enciclica Octogesima adveniens del 1971, che «il cristiano deve perseguire i valori della solidarietà e del servizio», ma «rifiutando l’adesione all’ideologia marxista»9.

Giovanni Paolo II espresse una condanna totale nei confronti del marxismo, considerandolo una ideologia antiteista e antiumana. Il Papa scrisse nell’enciclica Centesimus Annus del 1991: «Il marxismo aveva promesso di sradicare il bisogno di Dio dal cuore dell’uomo, ma i risultati hanno dimostrato che non è possibile riuscirci senza sconvolgere il cuore»10.

Nell’enciclica Veritatis Splendor del 1993, Giovanni Paolo II affermò che il marxismo fa parte delle ideologie «che legavano la politica ad una concezione totalitaria del mondo»11.

Benedetto XVI, durante un incontro con il clero romano svoltosi nel 2006, disse che il XX secolo è stato caratterizzato da «due ideologie distruttive: fascismo-nazismo e comunismo» e sottolineò che «proprio in questo secolo, che si è opposto alla fede della Chiesa, il Signore ci ha dato una catena di grandi Papi, e così un’eredità spirituale che ha confermato, direi, storicamente, la verità del Primato del Successore di Pietro»12.

Giovanni Paolo II fa parte sicuramente di questa “catena di grandi Papi” e, avendo sperimentato personalmente la brutalità delle dittature naziste e comuniste, ha conosciuto le “ideologie del male” che hanno ispirato i due regimi totalitari. Queste ideologie del male «sono profondamente radicate ― scrive il Papa in Memoria e identità ― nella storia del pensiero europeo»13 e, «mentre il Signore ha concesso al nazismo dodici anni di esistenza e dopo dodici anni il sistema è crollato»14, il comunismo anche se «è caduto a motivo dell’insufficienza socio-economica del suo sistema, […] ciò non vuol dire che sia realmente respinto come ideologia e come filosofia»15.

(La seconda parte è stata pubblicata sabato 27 aprile)

*

NOTE

1 Pio XI, Quadragesimo Anno, 15 maggio 1931, n. 120. La seconda e la terza parte dell’articolo è tratta dal mio libro: M. Moscone, I cattolici e le forze politiche dal Risorgimento a oggi, Prefazione di A. Gaspari, IF Press, Roma 2011.

2 Id., Divini Redemptoris, 19 marzo 1937, n. 1.

3 Ivi, n. 3.

4 Riguardo al rapporto esistente tra la diffusione del comunismo e il silenzio della stampa mondiale, Pio XI afferma:

Un potente aiuto al diffondersi del comunismo è una vera congiura del silenzio in una grande parte della stampa mondiale non cattolica. Diciamo congiura, perché non si può altrimenti spiegare che una stampa così avida di mettere in rilievo anche i piccoli incidenti quotidiani, abbia potuto per tanto tempo tacere degli orrori commessi in Russia, nel Messico e anche in gran parte della Spagna, e parli relativamente così poco d’una sì vasta organizzazione mondiale quale è il comunismo di Mosca. Questo silenzio è dovuto in parte a ragioni di una politica meno previdente, ed è favorito da varie forze occulte le quali da tempo cercano di distruggere l’ordine sociale cristiano (ivi, n. 18).

5 Ivi, n. 58.

6 Ibid.

7 Decreto Congregazione del Santo Uffizio, 1 luglio 1949.

8 Decreto Congregazione del Santo Uffizio, 25 marzo 1959.

9 Paolo VI, Octogesima adveniens,14 maggio 1971, n. 15.

10 Giovanni Paolo II, Centesimus Annus,1 maggio 1991,n. 24.

11 Id., Veritatis Splendor, 6 agosto 1993, n. 101.

12 Benedetto XVI, Incontro con il clero della Diocesi di Roma, 2 marzo 2006.

13 Giovanni Paolo II, Memoria e identità. Conversazioni a cavallo dei millenni, Rizzoli, Milano 2005, p. 18.

14 Ivi, p. 26.

15 Ivi, p. 63.

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Maurizio Moscone

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