C’è ancora speranza per Asia Bibi. Ne è convinto padre Yousaf Emmanuel, direttore della Commissione nazionale giustizia e pace dei vescovi pakistani e parroco a Lahore, che all’agenzia Fides afferma: “Bisogna continuare a pregare e sperare per Asia Bibi. Non è detta l’ultima parola”.
Ieri l’Alta Corte di Lahore ha confermato in appello la sentenza di condanna a morte per blasfemia per la donna e madre pakistana, in carcere da circa cinque anni.
“La conferma della condanna è una brutta notizia per tutti noi”, dice padre Emmanuel, “gli avvocati hanno fatto del loro meglio e tutta la comunità cristiana attendeva con fiducia. Domenica pregheremo nelle nostre chiese per la vita di questa donna innocente”.
Il sacerdote ricorda poi che “ci sarà un ricorso alla Corte suprema”, e già in passato ci sono stati casi in cui la Corte ha ribaltato le sentenze emesse nei gradi precedenti di giudizio, come ad esempio quello “di Ayub Masih, un cristiano anch’egli condannato a morte per blasfemia e salvato proprio grazie al verdetto assolutorio della Corte suprema”.
Padre Emmanuel riafferma inoltre la vicinanza, la solidarietà e la preghiera della Chiesa cattolica pakistana “ad Asia, alla sua famiglia e a tutti coloro che soffrono per un’ingiustizia e sono in carcere da innocenti: sono immagine del Cristo sofferente”.
Su eventuali cambiamenti alla legge sulla blasfemia, il religioso nota infine che “non sembrano all’ordine del giorno nell’agenda politica. Islamabad è tuttora agitata da turbolenze e proteste di piazza, il governo e il parlamento sono presi da altre faccende”.