"Siete i custodi della bellezza nel mondo"

Fino al 15 novembre, il Braccio di Carlo Magno ospita la mostra “Paolo VI e gli artisti”

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Dal 17 ottobre fino al 15 novembre, in Vaticano, nel Braccio di Carlo Magno, è aperta al pubblico la mostra “Paolo VI e gli artisti. ‘Siete i custodi della bellezza nel mondo’ “. Organizzata dalla dottoressa Francesca Boschetti, curatrice della collezione d’arte contemporanea dei Musei Vaticani, propone allo spettatore un itinerario artistico e fotografico alla scoperta dello speciale rapporto instaurato da Paolo VI con il mondo dell’arte.

Giovanni Battista Montini (1897-1978), ordinato sacerdote nel 1920, dimostrò, sin da giovane e per tutta la vita, grande apertura culturale e particolare sensibilità per l’arte. Basti pensare che, già presso la Nunziatura a Parigi (1923), ebbe modo di incontrare e conoscere artisti quali Cocteau, Chagall, Severini e Rouault; e che successivamente, negli anni 1946-48, strinse, con il filosofo cattolico Jacques Maritain, un’amicizia destinata a durare fino alla morte di quest’ultimo (1973). La sua elezione, avvenuta il 21 giugno del 1963, portò al soglio pontificio, non solo una guida spirituale, ma anche un intellettuale di rango.

L’arte fu tema molto caro a Paolo VI, che, durante tutto il suo pontificato, cercò di riavvicinare gli artisti alla Chiesa e di offrire gli strumenti spirituali e materiali per lo sviluppo di un’arte contemporanea religiosa. Il 7 maggio del 1964, tenne, nella Cappella Sistina, la celebre “Messa degli artisti”, alla quale parteciparono numerosi pittori, scultori, architetti, scrittori, musicisti, cantanti, attori e registi. Nella sua omelia propose, con un accorato appello, di rinnovare l’alleanza e l’amicizia secolare tra Chiesa ed artisti, che, a suo avviso, si era nel tempo guastata: “Noi abbiamo bisogno di voi. Il Nostro ministero ha bisogno della vostra collaborazione. Perché, come sapete, il Nostro ministero è quello di predicare e di rendere accessibile e comprensibile, anzi commovente, il mondo dello spirito, dell’invisibile, dell’ineffabile, di Dio. E in questa operazione, che travasa il mondo invisibile in formule accessibili, intellegibili, voi siete maestri”.

L’invito venne quindi rinnovato nel messaggio che il Pontefice indirizzò agli artisti, l’8 dicembre del 1965, alla chiusura del Concilio Vaticano II: “A voi tutti la Chiesa del Concilio dice con la nostra voce: se voi siete gli amici della vera arte, voi siete nostri amici!”; ricordando loro di essere “i custodi della bellezza nel mondo” e che “Questo mondo, nel quale viviamo, ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione”. Gli interventi di Paolo VI a favore di un’arte contemporanea religiosa culminarono nella fondazione, nel 1973, della Collezione d’Arte Religiosa Moderna dei Musei Vaticani. Il 23 giugno, giorno dell’inaugurazione, vennero esposte 542 opere, molte delle quali eseguite dai più grandi maestri dell’arte del Novecento: Bacon, Balla, Boccioni, Capogrossi, Dalì, Fontana, Manzù, Matisse e molti altri ancora. Papa Montini riuscì quindi, all’epoca, a creare una collezione di arte moderna e contemporanea di rilevanza internazionale, coll’obiettivo di dare impulso alla fioritura di una “primavera nuova dell’Arte religiosa postconciliare”.

Il visionario progetto del Pontefice, maturato in un’epoca di forte secolarizzazione, risulta, ai giorni d’oggi, di piena attualità ed in continua fioritura. Negli ultimi decenni la Collezione si è infatti ulteriormente arricchita di opere di grandi artisti, quali Burri e Calatrava (solo per citarne alcuni); e conta ora più di 8 mila opere.

La mostra “Paolo VI e gli artisti. ‘Siete i custodi della bellezza nel mondo’ ” accoglie il visitatore con una riproduzione dell’imponente “Porta della Morte” del Manzù ( inaugurata nel 1964 da Paolo VI), oltre la quale, si affaccia lo sguardo silenzioso e drammatico del Pontefice, come ritratto, nel 1978, dal pittore spagnolo Alvaro Delgato. Segue un affascinante percorso espositivo, di fotografie e opere (queste ultime provenienti dalla Collezione di arte Contemporanea dei Musei Vaticani), che testimoniano i momenti storici e spirituali più significativi della vita di Paolo VI.

Tra le 45 opere di grandi maestri, quali Matisse, Dalì e Rouault (solo per citarne alcuni), una in particolare emana un commovente sentimento religioso: si tratta del piccolo disegno a sanguigna (63×44 cm), di Marc Chagall, intitolato “ Il sogno di Giacobbe”. L’opera rappresenta, con ingenua tenerezza, Giacobbe, immerso in un sonno profondo, con a fianco la visione di una scala, che mette in comunicazione la terra col cielo, e sulla quale salgono e scendono creature angeliche. Essa fu affettuosamente dedicata e donata, nel 1977, dall’artista stesso a Paolo VI, che, sin dalla giovinezza, era stato grande estimatore dei suoi capolavori.

In uno scritto del 1950, il futuro Papa Montini tratteggiava la poetica di Chagall con l’acutezza di uno storico dell’arte: “non rifugge le forme naturali, ma al contrario le fa sue per mezzo dell’amore che porta per loro, in questo modo le trasforma, le trasfigura, libera e astrae da esse la loro propria surrealtà, prende nella loro anima spirituale i simboli della gioia e della vita”.

La mostra si rivela una tappa fondamentale per chiunque voglia conoscere a fondo la personalità di Paolo VI: un Papa intellettuale, che, riconoscendo il supremo valore spirituale della bellezza, seppe, con passione e lungimiranza, ricostruire su nuove basi, il rapporto fondamentale tra Chiesa e artisti, e così promuovere lo sviluppo di un’arte contemporanea sacra.

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Giovanni Argan

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