Le statistiche sul numero delle adozioni avvenute in Italia nel primo semestre del 2014 sono davvero allarmanti. Vi è stato una netta diminuzione del numero delle adozioni portate a termine. Stiamo parlando di percentuali pari al 30%, quindi una calo di circa un terzo. Sono numeri che denunziano una situazione di abbandono del desiderio della missione adottiva da parte dalle famiglie.
A questo punto diventa quasi natuale domandarsi: perchè la fecondazione omologa, la fecondazione eterologa e la maternità in affitto sembrano esercitare un maggiore fascino rispetto alla scelta adottiva?
L’impressione è che sembra essere in discussione non solo un tipo di accoglienza, ma il modo di concepire il senso stesso della vita.
La famiglia che sceglie la missione adottiva è passata dall’accettazione della sua sterilità biologica ed ha maturato il desiderio di una fecondità spirituale. La famiglia adottiva ha compreso che la genitorialità è svincolata dal concepimento. E’ possibile essere madri o padri anche senza avere procreato. I genitori adottivi si sentono chiamati a sostenere una vita nascente abbandonata a se stessa.
E proprio questo sembra essere il punto che scoraggia molte coppie. L’età dei bambini adottabili diventa sempre più alta. Molti hanno il timore di essere rifiutati o di vivere tante ribellioni da parte dei figli. L’incorporazione dei figli adottivi dentro la propria famiglia, richiede da parte dei genitori una santa pazienza che viene continuamente provata dal fuoco di continue sfide da parte dei bambini che, in questo modo, esternalizzano le loro paure alla ricerca di continue rassicurazioni affettive.
Il bambino adottivo vive una contraddizione: se da un lato vuole manifestare la sua identità mostrando atteggiamenti tipici della fase adolescenziale, dal’altre parte cerca quelle rassicurazioni e protezioni caratteristiche dell’infanzia.
Ma tutte queste situazioni sono presenti, forse in misura minore, anche nei bambini che vivono nella loro famiglia biologica.
Allora perchè viene scartata, sempre con maggiore frequenza, la scelta adottiva da parte di una famiglia che scopre la sua sterilità biologica?
Forse la questione più profonda riguarda la visione della vita e lo sguardo della fede. Le storie bibliche di due persone adottate come Mosè ed Ester, dimostrano come l’adozione sia una chiamata di salvezza non solo personale, ma anche per gli stessi genitori adottivi e per tutta la nazione di appartenenza.
Ester ha salvato non solo suo padre Mardocheo, ma anche tutto il popolo di Israele sparso per il vasto regno del re Assuero. Ma prima di tutto non dobbiamo dimenticare che Ester è stata salvata, attraverso l’adozione, da suo padre Mardocheo. Questo è un luminoso esempio della reciprocità della salvezza insita dentro l’adozione.
Per queste ragioni la sterilità di un uomo e di una donna trovano come risposta più umana e naturale proprio l’adozione, perchè la gioia nasce dal servizio generoso e gratuito di prendersi cura di coloro che sono i più deboli, i bambini abbondonati.
In conclusione, il rimedio per cercare di far sopravvivere l’adozione è quella di invitare alla testimonianza quelle poche famiglie, che sono state chiamate ad annunziare che si può vivere bene anche quando i propri figli sono nati in un altro continente, è possibile comprendersi ed amarsi anche se non si è vissuto un tempo della vita insieme, si può chiamare mamma e papà anche coloro che non hanno generato quelle creature umane abbondonate.
Per queste ragioni, la missionarietà di una famiglia adottiva non è solo quella di accogliersi reciprocamente per ricercare l’armonia e la condivisione familiare, ma è anche quella di dialogare con tutti coloro che rifiutano a priori l’adozione.
Il dialogo deve servire soprattutto a far risaltare quei tanti aspetti di gioia e di speranza che risplendono in una famiglia adottiva. La testimonianza è efficace quando non nasconde le difficoltà, ma nello stesso tempo esalta i tanti pregi e i tanti aspetti positivi che rendono l’adozione un progetto di accoglienza, di amore e di salvezza.
L’adozione è davvero convincente quando diviene visibile quella rinascita interiore testimoniata dal volto dei genitori e dei figli, che si trovano guariti spiritualmente grazie al contatto vicendevole delle proprie piaghe.
Questo è il miracolo dell’adozione: la piaga della steriltà dei genitori guarita dall’accoglienza di un figlio, e la piaga dell’abbandono guarita dalla vicinanza, dalla compassione e dalla speranza di un genitore adottivo.