Madre Assunta Marchetti, modello giovane di missione e preghiera

A due giorni dalla cerimonia di beatificazione della cofondatrice della Congregazione delle suore scalabriniane, intervista a suor Neusa de Fatima Mariano, la superiora generale delle missionarie

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Madre Assunta Marchetti è beata. Il prossimo 25 ottobre a San Paolo del Brasile ci sarà la cerimonia di beatificazione. Un momento importante per la Congregazione delle suore scalabriniane, di cui Madre Assunta fu la cofondatrice. Ed ecco perché abbiamo intervistato suor Neusa de Fatima Mariano, la superiora generale delle missionarie.

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Suor Neusa, cosa significa per le scalabriniane la beatificazione di Madre Assunta?

Madre Assunta Marchetti è per noi un modello per la missionaria che si occupa dei migranti e degli ultimi del mondo. Questo perché è andata in Brasile, nella seconda metà dell’Ottocento, per vivere tra i più poveri, tra chi voleva nuove speranze. Lì ha seguito gli italiani che lasciavano l’Europa per venire in America per ricreare una nuova vita.

Il mondo delle migrazioni però è radicalmente mutato. Non pensa che ci sia un nuovo modello missionario?

No, assolutamente. La carità cristiana è sempre la stessa. Dall’Europa povera si prendeva la nave per cercare di rifondare le proprie speranze. Oggi dall’Africa si prendono barconi per arrivare in Europa. Madre Assunta Marchetti è un modello vivo, ancora oggi. Lei si prendeva cura degli ultimi, lo faceva con la preghiera, con l’impegno quotidiano, con uno sforzo eroico ma allo stesso tempo silenzioso.

È un modello giovane?

Sì. È ciò che dico a molte delle nostre novizie. Lei ha lasciato l’Italia a 24 anni e grazie anche alla sua straordinaria fede in Dio è riuscita a lasciare il segno su questa Terra. È un modello giovane perché i giovani osano e desiderano realizzare ideali grandi. È un modello di fedeltà perché nelle fatiche del suo essere suora è rimasta fedele agli impegni presi. Un segno indelebile che oggi è un faro per tutte noi. La sua beatificazione rafforza la nostra attività quotidiana. È stata una notizia sognata da tutte noi e che è stata accolta con tanto entusiasmo da tutta la famiglia scalabriniana.

A proposito, come sta vivendo questa beatificazione la congregazione delle scalabriniane?

Viviamo con la preghiera l’attesa di questo grande momento di festa che culminerà il 25 ottobre a San Paolo del Brasile, con la celebrazione della beatificazione. Ma non c’è solo questo. In preghiera c’è anche la comunità di Camaiore, in Italia, dove Madre Assunta è stata battezzata, e tutte le nostre comunità sparse per il mondo. Per noi Madre Assunta è un modello concreto di cosa si può fare per i migranti in rispetto della parola di Dio.

È un momento importante per le scalabriniane. Ci sono percorsi futuri in vista per la congregazione?

Stiamo crescendo particolarmente in Asia, oltre che in America Latina. La nostra proiezione missionaria è internazionale e assiste gli ultimi del mondo. Ecco perché ci troviamo nei Paesi dimenticati con la forza del Beato Scalabrini, nostro fondatore, e della Beata Madre Assunta, nostra cofondatrice. Lo facciamo perché sostenere i migranti è nella parola di Dio e significa amare il prossimo come noi stessi. Così come cresce la nostra fede, diamo modo a chi ha perso le speranze di riottenere un sorriso davanti alla vita, dono straordinario che è stato fatto agli uomini. Le scalabriniane sono una grande famiglia, fatta di incredibili esperienze sul campo, di un carisma meraviglioso e di emozioni vissute nel solco tracciato dalla parola di Dio.

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Giampiero Valenza

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