In occasione del suo primo intervento al Comitato dell’Assemblea Generale, l’Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, monsignor Bernardito Auza, ha manifestato l’appoggio di papa Francesco e della Chiesa Cattolica “alla rapida adozione di misure che portino all’eliminazione delle armi di distruzione di massa e a un minor affidamento alla forza armata, da parte del mondo, nel condurre gli affari internazionali”.
In particolare, vengono richiesti “la non proliferazione delle armi e il disarmo di tutte le parti, a cominciare dalle armi nucleari e chimiche”.
Sebbene “qualche progresso” si sia riscontrato in merito alla “eliminazione delle armi chimiche”, l’uso “continuato” di questo tipo di armi, “compreso il gas cloro, ricordano alla comunità internazionale la necessità di raddoppiare gli sforzi”.
L’Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’ONU denuncia poi la “mancanza di rapidi progressi sul disarmo nucleare”, oltre che “sulle conseguenze disumane e immorali dell’uso di armi di distruzione di massa”.
Secondo monsignor Auza non è “preoccupante” soltanto l’incapacità degli Stati di “avviare negoziati volti a un’ulteriore riduzione delle scorte esistenti” ma in particolare la “modernizzazione” di alcuni sistemi esistenti e l’aumento delle scorte di armi.
Parlando dell’imminente nona Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, il presule ha espresso l’auspicio che “un Trattato tanto importante per la nostra reciproca sicurezza venga attuato con più rapidità ed efficacia, e che l’attuazione delle decisioni prese durante le precedenti conferenze di revisione sia ormai avanzata”.
Mentre la trattativa per un graduale disarmo nucleare è attualmente “a un punto morto”, la Santa Sede continua a ritenere che “una politica di deterrenza nucleare permanente metta a repentaglio il processo di disarmo nucleare e di non proliferazione”.
È necessario, quindi, “andare oltre la deterrenza nucleare e di lavorare per instaurare una pace duratura fondata sulla fiducia reciproca piuttosto che uno stato di mera non-belligeranza fondata sulla logica della mutua distruzione”.
Per questo motivo, “la Santa Sede esorta tutti gli Stati a firmare e/o a ratificare il Trattato sull’interdizione globale degli esperimenti nucleari senza ulteriore indugio, poiché è un elemento centrale del regime internazionale di disarmo nucleare e di non proliferazione”.
Inoltre la delegazione rappresentata da monsignor Auza “ritiene che l’istituzione di zone libere da armi di distruzione di massa sarebbe un grande passo nella giusta direzione, poiché dimostrerebbe che di fatto possiamo andare verso un accordo universale per eliminare tutte le armi di distruzione di massa”.
Al tempo stesso, è necessario sull’“obiettivo più grande di un mondo meno dipendente dall’uso della forza”.
Pur apprezzando i progressi, “per quanto modesti, negli ambiti delle armi convenzionali”, la Santa Sede continua a essere “profondamente preoccupata per il fatto che il flusso di armi convenzionali continua a esacerbare conflitti in tutto il mondo”.
Senza dimenticare che “l’avidità finanziaria alimenta la vendita di armi e che la vendita di armi alimenta conflitti che causano indicibili sofferenze e violazioni dei diritti umani”.
Se la quantità di armi in circolazione “sarà grande come quella attuale, si riusciranno sempre a trovare nuovi pretesti per dare inizio a ostilità, e il facile accesso alle armi facilita il perpetrarsi della violenza nei confronti di popolazioni innocenti”, ha dichiarato in conclusione Auza.