Venerdì 14 novembre alle 20.45, in occasione del convegno di studi Mario Luzi. L’umanesimo della poesia che si svolgerà il 14 e 15 novembre 2014 nel capoluogo toscano, nella cattedrale di Santa Maria del Fiore avrà luogo la serata “Omaggio a Mario Luzi”.
Momento centrale, la rappresentazione dell’“Opus Florentinum” con la regia di Giancarlo Cauteruccio, e promossa dall’Opera di Santa Maria del Fiore, dalla Comunità di San Leolino, con la collaborazione di Regione Toscana, della Fondazione Toscana Spettacolo e con il patrocinio del Comune di Firenze.
L’incontro sarà aperto dal saluto del cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze e dalla lettura di Giuseppe Langella, Direttore del Centro di ricerca «Letteratura e cultura dell’Italia Unita», sul tema L’umanesimo di Mario Luzi e la poetica dell’incarnazione.
Nel 1999 Mario Luzi rese omaggio alla sua Firenze dedicando alla Cattedrale di Santa Maria del Fiore, simbolo della città, il testo Fiore nostro fiorisci ancora, di cui Giancarlo Cauteruccio curò una messa in scena. Questo sodalizio segnò l’inizio di un viaggio che ha portato il poeta e il regista a lavorare sull’opera.
Infatti, se la prima stesura si componeva soltanto di due momenti fondamentali (La parlata operaia e il monologo finale di Santa Maria del Fiore), successivamente Luzi, creò Opus florentinum, arricchendo il precedente testo con sei nuove scene (Camminata verso casa, Nel grande spiazzo, Santa Reparata, Tra due monache, Parlata dei mercanti, Nel silenzio dei canonici).
Cristina Borgogni nel ruolo di Santa Maria Del Fiore, Patrizia Schiavo nella parte di Santa Reparata e Massimo Grigò che interpreterà Il Canonico insieme al soprano Monica Benvenuti e a tutti gli altri attori e musicisti che animeranno la scena, daranno vita ai personaggi immaginati da Luzi attraverso un dialogo costante con la sacralità dell’architettura, arricchito dalle musiche originali Hidehiko Hinohara. Nello scenario unico nel suo genere della cattedrale fiorentina, le loro voci formeranno attraverso la riverberazione acustica della Chiesa, una forma oratoriale che sintetizza il racconto in cui immanenza e spiritualità si intersecano per generare un canto unico.
La scenografia collocata nella navata centrale, sullo sfondo del grande ingresso, si aprirà idealmente alla città di Firenze insieme al personaggio di Santa Maria del Fiore, in una visione scenica che, in occasione del Giubileo del 2000, tanto affascinò ed entusiasmò lo stesso Mario Luzi. E la luce metaforicamente unirà l’interno con l’esterno, la città con il suo Duomo.
In questa “cantata sacra” l’autore narra la genesi della Cattedrale e di come quest’opera sia stata fortemente desiderata dai mercanti e dal popolo. L’arte e la ricchezza, la fede e l’intelligenza, mescolandosi insieme, riuscirono a dar vita a una delle più maestose attestazioni di architettura sacra che caratterizza Firenze ancora oggi, rendendola nota e celebrata ovunque nel mondo.