Mercoledì 1 Ottobre, a pochi giorni dalla data d’inizio del Sinodo sulla Famiglia, si è tenuto, presso la Libera Università degli Studi Maria SS. Assunta (LUMSA) di Roma, un convegno durante il quale si è affrontato il tema Donne e Famiglia: Prospettive di Fede a Confronto, organizzato dall’International Foundation for Interreligious and Intercultural Dialogue e Religions for Peace –Italian Women of Faith Network.
Una giornata di studi, volta a porre profonde riflessioni su una questione che coinvolge la famiglia nella società odierna.
Problematica che, come ha voluto sottolineare il cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo del Vescovi, deve essere intesa come “un nuovo strumento di lavoro per i padri sinodali (…) Bisogna approfondire i dati e le testimonianze per poter rispondere positivamente alle nuove sfide” le quali, devono essere intese, come la riscoperta dell’autentica educazione e relazione coniugale.
La differenza che intercorre fra l’uomo e la donna, non deve essere concepita come una barriera invalicabile. Infatti, nonostante si presenti come uno strumento di distanza fra i due sessi, essa non si pone come un mezzo volto a rendere impossibile un loro avvicinamento.
L’unione, in questo caso, nasce dalla volontà di coltivare e nutrire un reciproco dialogo e rispetto affermando il rapporto coniugale, come saldo fondamento della famiglia.
Tuttavia, gli odierni mutamenti sociali ed economici, hanno determinato una sostanziale evoluzione sul significato di unione fra uomo e donna determinando così, il sorgere di nuove problematiche e di nuovi interrogativi.
Secondo Irene Kajon, Ordinario di Antropologia Filosofica dell’Università di Roma “La Sapienza”, tali mutamenti spingono verso un’innovata lettura dei testi sacri di ciascuna fede religiosa. In particolar modo, per quanto riguarda la religione Cristiana Cattolica, bisognerebbe leggere con occhi nuovi, i singoli episodi della Bibbia per individuare le problematiche attuali.
Infatti, come ha voluto far notare Kajon, se si pone l’attenzione sul rapporto coniugale di Abramo e Sarah, descritto nella Genesi, è possibile notare il loro essere creatori di una parola intima, piena di sentimenti e di complicità la quale, s’identifica con il termine “Tu”. Un’espressione mai usata nell’antichità ma che viene pronunciata dal marito riferendosi alla moglie per poterla salvare in Egitto.
Nel contempo, il loro rapporto, sembra perdere complicità nell’episodio del sacrificio del figlio.
Infatti, mentre la madre nutre profondi sentimenti di protezione verso Isacco, Abramo mostra, nei suoi confronti, un sentimento razionale in risposta all’ enigmatica richiesta della volontà di Dio.
Come ha sottolineato Irene Kajon, la Bibbia deve essere concepita come Testo Sacro, non in base alla sua sacralità così com’è intesa teologicamente ma, in quanto, “espone e racconta i reali rapporti che intercorrono fra l’uomo e la donna, di come questi siano pieni di contraddizioni e soggetti a repentini mutamenti. Per poter comprendere l’importanza del dialogo e del rispetto nella vita coniugale, c’è bisogno di un’ anima di comprensione e di mediazione”.
La riaffermazione della complementarietà fra i coniugi è stata ribadita anche da Isabella Crespi, Professore Associato di Sociologia dell’Educazione all’Università di Macerata.
Per poter riaffermare il sacro valore a ciò che è concepito come “la Fonte della società”, è necessario ridefinire i rapporti e i principi culturali. Ossia, bisognerebbe porre un’attenta riflessione sui valori gerarchici, sociali e religiosi.
Le problematiche post-moderne che infliggono il Mondo della Famiglia derivano da molteplici fattori come l’affermazione della donna nel mondo del lavoro, l’aumento dei divorzi, la perdita dell’identità dei ruoli di donna/uomo – madre/padre.
Un’ulteriore elemento che comporta continui mutamenti nel rapporto coniugale, sono le unioni fra le diverse etnie.
“Vivere in una famiglia multietnica – ha sottolineato Isabella Crespi – implica per la coppia il dover affrontare continue sfide che mettono in prova la loro unione. Le origini, le diverse culture, i differenti contesti sociali, spingono verso un sentito dialogo fra l’ uomo e la donna per poter giungere ad una mediazione e facilitare un rapporto equilibrato”.
L’evoluzione cosmopolita e l’aumento delle coppie miste, si pongono come un importante esempio di unione nata dal rispetto verso la condivisione dei valori culturali, gerarchici e religiosi.
Pensiero altrettanto affermato da Noutzha Guessous, Professore all’Università Hassan II di Casablanca e Ricercatrice e Consulente in Diritti Umani e Bioetica, secondo la quale è necessario diffondere una buona educazione sia religiosa che giuridica affinché la società possa crescere basandosi su una cultura fatta di valori.
Come la donna possa contribuire a diffondere una corretta educazione nel rispetto della pace, della fede e dell’unione coniugale, è stato oggetto di riflessione anche per Tova Hartman, professore di Gender Studies ed Educazione alla Bar Ilan University di Gerusalemme, Aldegonde Brenninkmeijer – Werhahn, Fondatrice e Direttrice dell’International Academy per Marital Spirituality di Bruxelles e Shahrzad Houshmand Zadeh, Professore di Studi Islamici alla Pontificia Università Gregoriana a Roma.
La declinazione della solidarietà fra uomo e donna all’interno della famiglia, l’ accento sulla razionalità tecnico-scientifica e la valorizzazione della scelta del singolo individuo, mettono a dura prova il valore delle relazioni famigliari e il ruolo della donna.
La modernità si pone come una nuova sfida per l’educazione alla fede richiamando l’attenzione alla riaffermazione di autorevoli parametri come il Sacro Matrimonio.