Una concelebrazione particolare

Atti illeciti e abusi liturgici nel corso di una Messa concelebrata

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Nella sua consueta rubrica di liturgia, padre Edward McNamara L.C., professore di liturgia e decano di teologia presso il Pontificio Ateneo “Regina Apostolorum” di Roma, risponde oggi ad una domanda di un lettore in Kazakistan.

Ho visitato quest’anno una comunità religiosa negli Stati Uniti, in cui vari sacerdoti anziani e malaticci indossano solo la stola sopra l’abito religioso per celebrare la Messa. La preghiera eucaristica usata dai quattro o cinque sacerdoti che celebrano varia un po’ in base al loro stato d’animo. Tuttavia, nessuno dei concelebranti ha il testo della Preghiera eucaristica in mano. Mi è stato detto che per la validità della loro celebrazione della Messa, è sufficiente che recitino le parole della consacrazione del pane e del vino. Tuttavia, la formula varia nelle diverse preghiere eucaristiche. Dopo aver consumato l’ostia e bevuto dal calice, il sacerdote che presiede la Messa dà una particella della sua ostia ai due accoliti, che lo assistono. Poi uno di loro prende la pisside con le ostie consacrate dal tabernacolo. Poi sistemandosi da un lato, di fronte alla congregazione, depone un’ostia consacrata sulle mani dei sacerdoti, religiosi e laici che vengono tutti insieme per ricevere la comunione. L’altro accolito, sul lato opposto, porge il calice con il Preziosissimo Sangue ai sacerdoti, fratelli e laici che si avvicinano a lui. Dunque mi chiedo se la Messa dei concelebranti è stata valida e lecita. — H.H., Almaty, Kazakistan

Questa domanda presenta vari aspetti che necessitano una risposta. Ci sono questioni di validità, di atti leciti o eventualmente illeciti, e per un aspetto c’è forse un grave abuso. Cercherò di fare un distinguo e di affrontare separatamente i vari aspetti.

Prima bisogna prendere in considerazione il contesto. Sembra che si tratti di una comunità religiosa in cui la maggior parte dei membri sono sacerdoti anziani. Proprio questa circostanza può cambiare la risposta per quanto riguarda alcune norme.

Prima di tutto, c’è la questione di indossare la stola sopra l’abito religioso. L’Istruzione Redemptionis Sacramentum è molto precisa al riguardo:

“124. Nel Messale Romano si dà facoltà ai sacerdoti che concelebrano la Messa accanto al celebrante principale, il quale indossi sempre la casula del colore prescritto, di poter omettere, in presenza di una giusta causa, come ad esempio il numero piuttosto elevato di concelebranti e la mancanza di paramenti, «la casula o la pianeta, facendo uso della stola sopra il camice». Qualora tuttavia fosse possibile prevedere tale situazione, si provveda in merito per quanto possibile. Coloro che concelebrano possono anch’essi, oltre al celebrante principale, vestire per necessità la casula di colore bianco. Per il resto, si osservino le norme dei libri liturgici. …

“126. È riprovevole l’abuso per cui i ministri sacri, anche quando partecipa un solo ministro, celebrano la santa Messa, contrariamente alle prescrizioni dei libri liturgici, senza vesti sacre o indossando la sola stola sopra la cocolla monastica o il normale abito religioso o un vestito ordinario. Gli Ordinari provvedano a correggere quanto prima tali abusi e a far sì che in tutte le chiese e gli oratori sotto la propria giurisdizione sia presente un congruo numero di vesti liturgiche realizzate secondo le norme.”

Anche se questa norma è severa, la Santa Sede ha la facoltà di dispensare per giusta causa. Se, ad esempio, sacerdoti anziani soffrono di problemi alle ossa o di mobilità ridotta in tal modo che sia difficile per loro di indossare il camice, allora i superiori possono richiedere una dispensa dalla Santa Sede che permette ad un sacerdote di concelebrare adossando solo la stola e, se possibile, una casula leggera sopra l’abito. In questo modo un atto illecito diventa lecito.

Per quanto riguarda il variare delle preghiere eucaristiche non è una questione di legalità, a condizione che le varie preghiere vengano usate in conformità al diritto liturgico e non a seconda del capriccio o dello stato d’animo del celebrante. Le prime tre preghiere eucaristiche possono essere usate in qualsiasi giorno, la quarta con alcune restrizioni, e le preghiere eucaristiche per la riconciliazione infine solo in un momento appropriato, ad esempio durante il tempo di Quaresima o quando la Messa ha un tema penitenziale.

Le preghiere eucaristiche per le varie necessità possono essere utilizzate solo quando viene celebrata una delle Messe per varie necessità, e perciò il loro utilizzo è di norma limitato ai giorni feriali del tempo ordinario. Le preghiere eucaristiche dei fanciulli non sono ammesse nel contesto qui descritto.

In tutte queste preghiere eucaristiche le parole essenziali della consacrazione sono completamente identiche, anche se le parole introduttive possono variare. Non sono state approvate in lingua inglese preghiere eucaristiche, in cui le parole essenziali della consacrazione cambiano.

L’indizio che sia sufficiente per i sacerdoti recitare insieme le parole della consacrazione è allo stesso tempo vero e falso. E’ vero, nel senso che la Messa sarà comunque valida. Allo stesso tempo è falso, nel senso che è illecito. L’Ordinamento Generale del Messale Romano (OGMR) è netto nell’affermare che pronunciare le parole della consacrazione non è sufficiente per un concelebrante.

“218. Le parti che sono pronunciate da tutti i concelebranti, in modo particolare le parole della consacrazione, che tutti sono tenuti ad esprimere, si devono recitare sottovoce, in modo che venga udita chiaramente la voce del celebrante principale. In tal modo le parole sono più facilmente intese dal popolo. Le parti che devono essere dette insieme da tutti i concelebranti, se sul Messale sono musicate, è bene che vengano cantate.”

I numeri successivi dell’OGMR descrivono accuratamente questi interventi per ogni Preghiera eucaristica. Ci limitiamo a segnalare quelle riguardanti il Canone Romano:

“222. Da Santifica, o Dio fino a Ti supplichiamo, Dio onnipotente il celebrante principale compie i gesti, tutti i concelebranti però recitano insieme tutte le formule, in questo modo:

a) Santifica, o Dio: con le mani stese verso le offerte;

b) La vigilia e Dopo la cena: a mani giunte;

c) Alle parole del Signore, con la mano destra stesa verso il pane e il calice, se ciò sembra opportuno; alla loro presentazione, i concelebranti sollevano lo sguardo verso l’ostia consacrata e il calice, poi si inchinano profondamente;

d) In questo sacrificio e Volgi sulla nostra offerta: con le braccia allargate;

e) Ti supplichiamo, Dio onnipotente: stando inchinati e a mani giunte fino alle parole: perché su tutti noi che partecipiamo di questo altare; poi, eretti, i concelebranti fanno il segno di croce alle parole: scenda la pienezza di ogni grazia e benedizione del cielo.”

Questo principio è talmente importante che l’istruzione Redemptionis Sacramentum afferma che se un sacerdote non è in grado di recitare queste parole per mancanza di conoscenza della lingua dovrebbe astenersi dal concelebrare.

“113. Quando la Messa è concelebrata da più Sacerdoti, nel pronunciare la Preghiera eucaristica si usi la lingua conosciuta sia da tutti i Sacerdoti concelebranti sia dal popolo riunito. Qualora avvenga che vi siano tra i Sacerdoti alcuni che non conoscono la lingua della celebrazione, cosicché non possono debitamente pronunciare le parti della Preghiera eucaristica che sono loro proprie, essi non concelebrino, ma preferibilmente assistano secondo le norme alla celebrazione indossando l’abito corale.”

Per motivi di carità pastorale penso che sia meglio non solo dare ai sacerdoti anziani testi scritti ma neppure sovraccaricarli con una troppo grande varietà di Preghiere eucaristiche.

Infine, è un abuso grave dare ai sacerdoti concelebranti le ostie del tabernacolo. Anche per quanto riguarda questo aspetto l’istruzione Redemptionis Sacramentum è netta:

“3. La Comunione dei Sacerdoti

“97. Ogni volta che celebra la santa Messa, il Sacerdote deve comunicarsi all’altare al momento stabilito dal Messale; i concelebranti, invece, prima di procedere alla distribuzione della Comunione. Il Sacerdote celebrante o concelebrante non attenda mai per comunicarsi il termine della Comunione del popolo.

“98. La Comunione dei Sacerdoti concelebranti si svolga secondo le norme prescritte nei libri liturgici, facendo sempre uso di ostie consacrate durante la stessa Messa, e ricevendo tutti i concelebranti la Comunione sotto le due specie. Si noti che, quando il Sacerdote o il Diacono amministra ai concelebranti la sacra ostia o il calice, non dice nulla, vale a dire non pronuncia le parole «Il Corpo di Cristo» o «Il Sangue di Cristo».”

Sarebbe consigliabile che il nostro lettore – se è nella  possibilità – contattasse il vescovo della diocesi interessata e anche il Superiore maggiore della congregazione religiosa in questione.

[Traduzione dall’inglese a cura di Paul De Maeyer]

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I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.org. Si chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.

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Fr. Edward McNamara

Padre Edward McNamara, L.C., è professore di Teologia e direttore spirituale

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