La famiglia cattolica è protagonista attiva dell'ecumenismo

L’esperienza familiare è la forma più efficace di testimoniare la vericidità del magistero, perchè conferma con la vita le ragioni esegetiche della dottrina

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Ha preso il via, domenica scorsa, la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che si concluderà il 25 gennaio, memoria liturgica della festa della Conversione dell’Apostolo Paolo. Tutti i cristiani delle varie confessioni religiose sono invitati a dedicarsi degli spazi di preghiera durante queste giornate, per meditare sull’urgenza dell’unità della fede e per riflettere sull’importanza dell’ascolto, del dialogo e della conoscenza reciproca.

Quando ogni anno si parla della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, normalmente si pensa ad un tempo nel quale gli unici protagonisti di questi incontri  sono i membri dei vari istituti pontifici impegnati a confrontarsi e a dialogare sulle varie questioni dogmatiche e dottrinali della fede cristiana. In realtà, questo è un aspetto importantissimo, ma non è l’unico impegno della Chiesa.

Esiste un altro elemento fondamentale per il raggiungimento dell’unità dei cristiani, rivelatoci proprio dal Vangelo. Il testamento spirituale lasciato da Gesù ai suoi discepoli parla dell’essenzialità dell’essere una sola cosa, affinchè il mondo creda (Gv 17, 21).

La società di oggi è incredula e disorientata proprio perchè molti uomini e donne hanno avuto una delusione dalla vita familiare a causa della separazione dei loro genitori, a causa del fallimento del proprio matrimonio o a causa della rinunzia all’impegno nell’educazione dei figli.

Queste forme di fallimento della vita familiare hanno inquinato quel desiderio di unità e comunione presente in ogni animo umano. I giovani delle nuove generazioni non abbracciano la fede cristiana per ragioni ideologiche, come è avvenuto per le passate generazioni. La gioventù di oggi vive un senso di disinteresse alla vita di fede, perchè è stata testimone di divisioni, litigi e incomprensioni dentro la vita della famiglia.

Quindi l’allontamento dalla vita di fede ha la sua radice profonda nell’indebolimento dell’unità familiare. Di conseguenza, rafforzare la vita della famiglia, attraverso l’adesione coerente alla fede, rinnova il credere autentico dei giovani.

Per questa ragione la prima forma di ecumenismo a cui è chiamata a vivere la famiglia cattolica è proprio la trasmissione della fede ai figli. Infatti, i genitori quando trasmettono la fede trovano incomprensioni, e non di rado forti opposizioni da parte dei figli, soprattutto durante la loro fase adolescenziale. L’ecumenismo familiare, che vuole portare ad una trasmissione della fede autentica dentro la famiglia, avviene con il dialogo che incorpora la testimonianza personale quale forma più efficace di comunicazione.

Facciamo alcuni esempi concreti. Non è possibile per un genitore parlare della bontà della famiglia quando passa anche il fine settimana al lavoro trascurando la moglie ed i figli. Non è convincente un genitore che parla di perdono ai figli, quando poi litiga con tutti i parenti della sua famiglia. Non è educativo per un genitore dire ai figli di non stare sempre su internet, se poi il padre o la madre sono i primi a rimanere sempre connessi ai vari social network sino a notte fonda.

La famiglia cristiana cattolica che vive l’unità e l’armonia familiare dimostra alle famiglie di altre confessioni cristiane che è possibile vivere la indissolubilità del matrimonio, anche quando esistono diversità di carattere, di idee e di opinioni tra i vari componenti della famiglia. Questo è possibile non perchè una famiglia abbia ricevuto capacità esclusive o perchè si sia conquistata meriti particolari. La comunione familiare è un dono dello Spirito Santo, che ha bisogno di essere invocato più volte durante la stessa giornata.

E lo Spirito Santo che crea l’armonia tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra nonni e nipoti, tra suocera e nuora, tra genero e suocero. Lo Spirito Santo viene ricevuto dalla famiglia cristiana  durante la partecipazione a tutti i sacramenti della Chiesa. La famiglia cattolica che partecipa a tutta la vita della Chiesa diventa testimone dell’ecumenismo sacramentale. I sacramenti e l’invocazione dello Spirito Santo nella preghiera costituiscono il principio e il fondamento dell’unità della famiglia.

Una famiglia cattolica che vive questa comunione familiare testimonia la vericidità del dogma della fedeltà e dell’indissolubilità del matrimonio, come frutto dell’unità dello Spirito Santo. Una famiglia cattolica che vive con fedeltà l’apertura alla vita è arricchita da tanti figli che testimoniano, con la loro presenza, l’esistenza della provvidenza di Dio e la coerenza della fede dei genitori che hanno riposto la loro fiducia totalmente nelle mani di Dio.

L’esperienza familiare è la forma più efficace di testimoniare la vericidità del magistero, perchè conferma con la testimonianza le ragioni esegetiche della dottrina.

Durante questa settimana, ogni fedele cattolico è chiamato a pregare per i cristiani delle altre confessioni, affinchè lo Spirito Santo possa portare quell’unità tra i cristiani che aprirebbe l’adesione a Cristo per tutti coloro che ancora non lo conoscono o che lo hanno rifiutato. Il mondo odierno tradito dalle ideologie del secolo passato, abbandonato dal carrierismo e dal consumismo, cerca uomini e donne che vivano con pace e gioia la diversità nell’unità all’interno del focalore domestico.

Per questa ragione sarebbe auspicabile lasciare agli incontri ecumenici uno ampio spazio di confronto dedicato alle famiglie cattoliche, ortodosse, anglicane e protestanti. Le testimonianze delle famiglie aiuterebbero i teologi delle varie confessioni cristiane ad aprire nuove vie di dialogo, per giungere a quella piena unità tra tutti i discepoli di Cristo.

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Osvaldo Rinaldi

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