Al Divino Amore un mosaico dedicato a Giovanni Paolo II

Sabato prossimo si inaugura l’opera Roccia della Chiesa ideata dal pittore Luca Vernizzi

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ROMA, giovedì, 20 ottobre 2011 (ZENIT.org) – Sarà inaugurato sabato prossimo, 22 ottobre, il mosaico dedicato a Giovanni Paolo II al Santuario del Divino Amore. L’opera sarà accolta da una solenne celebrazione eucaristica, alle ore 17, presieduta dal cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica di San Pietro.

All’evento saranno presenti i vescovi ordinari militari di tutto il mondo. Seguirà il Concerto della Banda del Corpo militare della Croce Rossa Italiana, presso l’Auditorium del Santuario.
Il mosaico viene posto in ricordo della prima visita di Papa Wojtyla al Santuario del Divino Amore (1 maggio 1979) e della sua beatificazione (1 maggio 2011).

Il mosaico, dono di Teresita Olivares Paglione, opera del pittore Luca Vernizzi e realizzato da Marco Santi del gruppo mosaicisti di Ravenna, è intitolato Roccia della Chiesa, richiamandosi alle parole di Benedetto XVI che, nel corso della cerimonia di beatificazione definì il suo predecessore “Roccia di virtù, Roccia della Chiesa”.

L’opera raffigura il beato Giovanni Paolo II che porge un fiore alla Madonna del Divino Amore, protettrice di Roma: fu all’icona della Vergine che i romani rivolsero la loro supplica per la salvezza della città, occupata dai nazisti.

La “roccia” è anche metafora dell’investitura petrina, con la quale Gesù designa Simon Pietro suo primo successore, la “pietra” su cui Cristo edifica la sua Chiesa.

Racchiusa in una roccia è anche l’opera di Luca Vernizzi, un grezzo e simbolico blocco di pietra teso a svelare il volto del Beato, realizzato a mosaico dal maestro Marco Santi. E ancora una volta, nella tecnica scelta per la realizzazione dell’opera a tessere musive, si rinnova l’omaggio all’antica tradizione artistica petrina.

Luca Vernizzi, ideatore del mosaico dedicato a Giovanni Paolo II, 70 anni, milanese di origine ligure, è stato autore di ritratti di numerose illustri personalità del mondo della cultura: Dino Buzzati, Giorgio Armani, Riccardo Bacchelli, Pietro Barilla, Giulietta Masina, Eugenio Montale.

Riguardo alla sua opera “wojtylana”, Vernizzi afferma: “Ho voluto che nel ritratto trasparisse questa sua forza, questo suo essere roccia della Chiesa, che traspare nella mano in primo piano, leggermente più grande rispetto alle proporzioni classiche, una mano che si porge a chi guarda e dà il senso di forza ma anche il senso della vicinanza, una mano a cui ci si può sorreggere”.

“La grande difficoltà era fare il ritratto al Papa a partire da una fotografia – ha aggiunto l’artista – eliminare la staticità e la morte dell’immagine stampata, perché il ritratto potesse essere realizzato come dal vero. Fondamentali sono stati gli occhi, sono questi che determinano il ritratto e ho voluto dargli insieme profondità, dolcezza e serenità. La sfida di unire questi tre elementi era ciò che mi appassionava”.

“Il contrasto fra la delicatezza di quei fiori e l’energica figura del pontefice – ha affermato la storica dell’arte Elena Pontiggia, docente all’Accademia di Brera – ha suggerito a Vernizzi un’immagine insieme vera e reinventata, dove il Papa è isolato sullo sfondo del cielo e tiene in mano un piccolo fiore”.

“Si tratta di un attributo insolito per un pontefice – ha aggiunto la prof.ssa Pontiggia – nella millenaria storia della Chiesa i successori di Pietro sono stati rappresentati con i segni della loro dignità sacerdotale, o in veste di pastori del gregge, o come committenti di qualche edificio sacro, o in qualcuna delle loro gesta notevoli. Mai con elementi floreali”.

La roccia mosaicale sarà collocata davanti al Santuario, laddove, ai tempi della visita del 1979 c’era il prato dove atterrò l’elicottero del Papa. “Darà il benvenuto a chi entra e saluterà chi ritorna a casa, indicando con la sua mano grande e forte il coraggio e con i fiori di campo la tenerezza della autentica devozione mariana”, ha dichiarato monsignor Pasquale Silla, rettore del Divino Amore.

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ZENIT Staff

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