Ebrei e cattolici uniti per la libertà religiosa

Dichiarazione della Santa Sede e del Comitato Ebraico Internazionale a seguito della loro XXII riunione

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Il Comitato internazionale misto ebraico-cattolico (ILC), forum ufficiale del dialogo permanente della Commissione della Santa Sede per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo e il Comitato Ebraico Internazionale per le consultazioni interreligiose (IJCIC) hanno tenuto a Madrid, dal 13 al 16 ottobre, la loro XXII riunione.

Presieduta dalla Betty Ehrenberg, Presidente dell’IJCIC e dal Cardinale Kurt Koch, Presidente della Commissione della Santa Sede per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo, la riunione ha avuto per tema: Sfide per la Religione nella società contemporanea.

Riportiamo di seguito una sintesi della dichiarazione finale congiunta dei due organi.

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1) Eredità condivisa. Ebrei e cristiani condividono l’eredità della testimonianza biblica del rapporto di Dio con la famiglia umana nella storia. Le nostre Scritture testimoniano che i singoli e i popoli sono chiamati, istruiti, guidati e protetti dalla Divina Provvidenza. Alla luce della storia sacra, i cattolici e gli ebrei partecipanti all’incontro hanno inteso rispondere alle nuove opportunità e difficoltà che il credo e la pratica religiosa devono affrontare nel mondo odierno.

2) Libertà religiosa. Incoraggiati nel nostro lavoro dalla esortazione di Papa Francesco per il benessere universale, in particolare dei poveri e degli oppressi, condividiamo il principio della dignità di ogni individuo coe dono di Dio. Ciò esige che ogni persona goda di piena libertà di coscienza e libertà di espressione religiosa, individualmente ed istituzionalmente, in privato e in pubblico. Deploriamo l’abuso della religione e l’uso della religione per finalità politiche. Ebrei e cattolici condannano la persecuzione su base religiosa.

3) Persecuzione dei cristiani. L’ILC raccomanda alla Commissione Vaticana per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo e l’IJCIC di impegnarsi a contrastare le persecuzioni delle minoranze cristiane nel mondo; di richiamare l’attenzione su questi problemi ed adoperarsi per garantire la piena cittadinanza a tutti i cittadini a prescindere dall’identità religiosa ed etnica in Medio Oriente e nel mondo. Inoltre incoraggiamo gli sforzi per promuovere il benessere delle minoranze cristiane ed ebraiche in tutto il Medio Oriente.

4) L’insorgere dell’antisemitismo. Papa Francesco ha ripetuto più volte: “un cristiano non può essere antisemita”. Incoraggiamo tutti i responsabili religiosi a continuare a denunciare questo peccato. La celebrazione del 50° anniversario della Nostra Aetate nel 2015 sarà occasione privilegiata per riaffermare la condanna dell’antisemitismo. Chiediamo con urgenza che gli insegnamenti antisemiti siano eliminati dalla predicazione e dai libri di testo ovunque nel mondo. Ogni espressione di sentimento anticristiano è ugualmente inaccettabile.

5) Educazione. Raccomandiamo che tutti i seminari ebraici e cattolici includano insegnamenti sulla Nostra Aetate e sui documenti successivi della Santa Sede includendo la Dichiarazione del Concilio nei loro piani di studio. È necessario che le nuove generazioni di leader ebrei e cattolici siano consapevoli di quanto la Nostra Aetate ha profondamente cambiato i rapporti fra ebrei e cattolici.

Di fronte a queste sfide noi cattolici ed ebrei rinnoviamo il nostro impegno ad educare le rispettive comunità nella conoscenza e nel rispetto reciproco.

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ZENIT Staff

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