Si è aperta nel segno della preghiera a Maria Santissima, la terza Congregazione Generale del Sinodo Straordinario sulla Famiglia. Durante l’omelia per l’Ora Terza, il cardinale Chibly Langlois, vescovo di Les Cayes (Haiti) ha affidato i lavori sinodali alla “materna intercessione” della Madonna, nel giorno della festa del Rosario, nell’anniversario della battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571).
Grazie alla preghiera di Maria, “Dio verrà lui stesso a liberare le nostre famiglie dalla mancanza d’amore di cui esse sono vittime, così come la vittoria a Lepanto fu ottenuta grazie alla preghiera del Rosario”, ha detto il porporato.
Langlois ha poi richiamato la profezia di Geremia sugli orfani, le vedove, i deboli e i poveri per cui Dio invoca giustizia. “È un’esortazione a lavorare per la costruzione di un mondo più fraterno, dove regni la pace”, ha spiegato.
Tale messaggio profetico, che precede di alcuni secoli quello di Gesù Cristo, “trova la sua risonanza nel nostro mondo”, dove “incalcolabile” è il numero delle famiglie che “soffrono a causa della miseria, dello sfruttamento, della violenza e della guerra”.
In tal senso il Sinodo sulla famiglia è un luogo idoneo per denunciare, “a nome di tutte le famiglie della terra” e “in nome della nostra fede, le ingiustizie che si manifestano in paesi come la Siria o l’Iraq, in Africa e in altre parti del mondo come Haiti e che “non rendono onore alla dignità umana”.
Attraverso la “pastorale della famiglia”, quindi, i padri sinodali lavoreranno “nella fede e nella carità per rendere presente nel mondo il Regno di Dio”.
Per la “salvezza della famiglia” è poi necessaria “la collaborazione di una fede attiva che si manifesta attraverso l’amore che oggi Cristo si aspetta dalla Sua Chiesa dalle famiglie, in un mondo in cui molti dei nostri sfide pastorali, tra cui quelle sulla famiglia, di solito provengono da una mancanza di fede e di amore, dalla mancanza di preparazione ad accogliere generosamente il dono generoso della famiglia, così come proviene da Dio”, ha quindi concluso il cardinale Langlois prima della benedizione finale.