Il Cristo di Dio

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Lc 9,18-22

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Lettura

La preghiera di Gesù, vissuta in stretto rapporto con il Padre, non esclude i discepoli. Da essa scaturisce un dialogo intenso, nel quale viene posta la questione fondamentale sull’identità di Gesù. Per la gente è un antico profeta ritornato in vita. Pietro, invece, a nome di tutto il gruppo, lo riconosce come il Cristo di Dio. Gesù completa la risposta rivelando la morte del Figlio dell’uomo e la sua risurrezione.

Meditazione

Tutti i momenti importanti del ministero di Gesù sono segnati da una forte e prolungata esperienza di preghiera. Luca è particolarmente attento a questa dimensione, che è evidenziata dall’inizio alla fine del suo Vangelo. Più che farci entrare in questo dialogo personalissimo con il Padre, l’Evangelista ce ne mostra le conseguenze soprattutto in riferimento ai discepoli. Essi sono coinvolti non come semplici spettatori, ma come protagonisti di un incontro che apre prospettive nuove. Ecco allora la duplice domanda che si sentono rivolgere dal Maestro: prima le folle e poi essi stessi, cosa pensano di lui? Chi è per loro? Potrebbe sembrare una questione superflua, ma non è affatto così. Si tratta, infatti – a partire dalla considerazione dell’ambiente circostante –, di formulare una risposta diretta, personale, che tenga conto della propria esperienza. Quanto Pietro afferma riguarda ciò che egli vive, insieme ai suoi amici. L’incontro con Gesù sta cambiando non solo la loro vita quotidiana, ma il modo di pensare e di agire. Si apre veramente un mondo nuovo: il mondo di un Dio finalmente vicino, prossimo, attento a ciascuno e pronto a donare gratuitamente il suo amore misericordioso. Gesù accoglie tale professione di fede nella sua sincerità, ma va ben oltre rivelando ai discepoli la sorte a cui è destinato. Nessun messianismo trionfale, atteso da tanti, allora come anche oggi. No, egli si presenta come il Figlio dell’uomo, figura profetica che unisce in sé gloria e sofferenza. E annuncia ciò che lo aspetta: il rifiuto grave della sua missione da parte delle autorità religiose, fino all’uccisione. Ma la vittoria di Dio è assicurata: al terzo giorno ci sarà la risurrezione. È la fede in Lui che fonda e sostiene la nostra speranza!

Preghiera

Signore Gesù, anche noi ti abbiamo conosciuto, seguito e amato come i tuoi primi discepoli. E anche a noi tu riveli il mistero della croce e della risurrezione, con cui ci liberi dal male e ci introduci nella vita divina. Noi, come Pietro, professiamo la nostra fede in te: crediamo che tu sei il Cristo di Dio, la nostra unica speranza, la salvezza dell’umanità.

Agire

Mi fermerò qualche momento dinanzi al Crocifisso, per fare la mia professione di fede e impegnarmi a seguire Gesù portando la croce insieme a chi da solo non ce la fa.

Meditazione del giorno a cura di mons. Francesco Alfano,  ar​civescovo di Sorrento – Castellammare di Stabia, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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