Diventerete come i bambini

Meditazione quotidiana sulla parola di Dio — Mt 18, 1-5. 10. 12-14

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Lettura

Nella prima lettura, Mosè sostiene gli Israeliti invitandoli a essere forti e a non temere, nella certezza che il Signore cammina con loro e non li abbandonerà. Nel Vangelo, Gesù svela quale tipo di rapporto con Dio e tra di loro caratterizza i suoi discepoli.

Meditazione

L’espressione “regno dei cieli” non indica un luogo, ma la regalità di Dio che si concretizza nel suo agire in favore dell’uomo. I discepoli, dunque, si interrogano su chi è il più grande nella comunità di coloro che accolgono questo agire salvifico di Dio. Ma Gesù sposta la loro attenzione: bisognerebbe interrogarsi prima sul modo in cui si entra nel regno dei cieli. Pone in mezzo a loro un bambino e svela che è necessario “voltarsi”, cambiare direzione, per diventare come bambini, come coloro che, più di ogni altra realtà, evocano la relazione di figliolanza, per essere tra coloro che accolgono l’agire di Dio. Il verbo “diventare” rivela che questo cambiamento di rotta non si compie una volta per sempre, ma coinvolge tutta la vita, e permette di entrare nella giusta relazione con il Padre: la relazione di figliolanza. Dopo aver chiarito come vivere il rapporto con Dio, Gesù risponde alla domanda dei discepoli indicando come vivere quello con gli altri. Il verbo greco tradotto con “farsi piccolo” indica l’umiltà, cioè l’atteggiamento opposto alla superbia e all’orgoglio (Is 2,11-12.27). Dal momento che Gesù si è definito «mite e umile di cuore» (Mt 11,29), si comprende come il cambiamento di mentalità richiesto ai discepoli sia fondamentale, perché porta ad avere sempre più un cuore simile a quello del proprio Maestro. La stessa Chiara d’Assisi, seguendo le orme di Francesco dietro Gesù, nella Regola, invita le sue sorelle a osservare la povertà e l’umiltà del Signore Gesù Cristo e di sua Madre (FF 2820). Chi ha il cuore umile del Figlio vive relazioni da cui è bandito il disprezzo, per dare spazio all’accoglienza, al sostegno, alla valorizzazione dell’altro e alla sollecitudine che porta a ricercare coloro che si sono smarriti e rischiano di perdersi.

Preghiera:

«Imparate da me, che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,29): chiedo al Padre il dono dell’umiltà di cuore.

Agire:

Alla fine della giornata, cerco di scoprire cosa ha caratterizzato la mia relazione con gli altri.

 

Meditazione del giorno a cura di Marzia Blarasin, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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