Black mustard (Brassica nigra) is an annual herbaceous plant that originated in the Middle East

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Il fascino del mistero

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mt 13,31-35

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Lettura

Continua l’insegnamento di Gesù in parabole. Chiediamoci: perché il ricorso a questo genere letterario che ha un effetto duplice, cioè velare per svelare? Non sembri semplicistica la risposta: tutto dipende dall’uditorio. Il termine “parabola” indica, già nell’Antico Testamento, un simbolo che rivela, pone una questione e svela un senso nascosto. Tra cecità e fede, l’ascoltatore è interpellato nella sua libertà. I superficiali, odono; i bendisposti “ascoltano” e si affidano alla luce interiore della “comprensione” che permette loro di percepire la parola e trovare il punto avvincente della rivelazione divina.

Meditazione

Meditare la Parola del Signore significa mettersi in ascolto di Dio. A proclamare e rivelare in noi le “cose nascoste”, più che l’opera dei teologi, è l’azione della grazia del Signore che «illumina ogni uomo» (Gv 1,9). Nelle Confessioni, sant’Agostino parla di un «Dio altissimo e vicinissimo, remotissimo e presentissimo» (6,3,4). Gesù, nel dialogo con la Samaritana, ammette che si può «adorare ciò che non si conosce» (Gv 4,22). Meditare è quindi rientrare in se stessi, nel silenzio, mettersi di fronte al Signore, cuore a cuore, in amorevole ascolto e riflessione della sua parola. In quest’atteggiamento dello spirito è possibile penetrare in quelle “cose nascoste fin dalla fondazione del mondo”, cioè nei misteri del Padre che Gesù è venuto a rivelare, ma che possono scoprire solo i “piccoli”, cioè gli umili, i poveri, quelli che hanno il cuore puro e aperto alla luce di Dio. Il sapere accademico e l’“uomo naturale” – come scrive san Paolo – non possono comprendere le cose dello Spirito di Dio. Solo all’uomo spirituale è dato di conoscere il pensiero del Signore (cfr. 1Cor 2,10-16). Le due parabole rivelano il risultato di quest’opera stupenda di Dio che supera ogni immaginabile dimensione. Sono l’effetto dirompente della presenza divina in noi e nella Chiesa! Ecco l’arcano che Gesù rivela: l’uomo è un essere capace di contenere un’altra vita. Simile a un granello di senape, come al pizzico di lievito, è il regno di Dio messo in noi con la fede. Con Gesù – «la pienezza di Colui che tutto in tutti riempie» (Ef 1,23) – tali sono le condizioni tanto della nostra intima relazione con Dio, quanto dello sviluppo della Chiesa che, pur in mezzo a difficoltà e sofferenze, continua a crescere e svilupparsi. Questa è tutta la speranza dei credenti.

Preghiera

«O Dio che nella tua provvidenza hai voluto estendere il regno di Cristo sino agli estremi confini della terra, per rendere partecipi tutti gli uomini dei benefici della redenzione, fa’ che la tua Chiesa sacramento universale di salvezza manifesti e attui nel mondo il mistero del tuo amore» (dalla Liturgia).

Agire

Voglio dedicare ogni giorno un po’ di tempo alla meditazione perché una preghiera senza la riflessione non può durare a lungo.

Meditazione del giorno a cura di mons. Alberto Maria Careggio, vescovo emerito di Ventimiglia-San Remo, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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