L’ascesi come una scala calata dall’alto che, una volta salita, conduce a Dio. È l’immagine che suggerisce l’episodio occorso un giorno a Santa Rita da Cascia, mentre stava pregando davanti al crocifisso. Le apparve una scala con in cima Dio che la invitava ad ascendere. C’erano inoltre schiere di Angeli che salivano e scendevano. La Santa udì poi una voce che le diceva: “Rita, se desideri unirti a Dio in Paradiso devi salire questa scala”.

Dopo tale straordinaria visione, Santa Rita rimase a lungo a contemplare e a meditare su ciò che le era successo. Capì che doveva sì costruire una scala, ma non come quelle di un falegname: la sua sarebbe dovuta essere spirituale, i cui scalini, fatti di virtù, le servivano per ascendere alle gioie del Cielo.

Di qui la sua attività di preghiera e meditazione si fece ancora più intensa, a tal punto da provocare l’intervento molesto del principe di questo mondo. Si racconta che il demonio le appariva e tentava di distrarla escogitando vari metodi. Ma Santa Rita, senza scoraggiarsi, faceva il segno della croce e il disturbatore fuggiva immediatamente.

Fuggì, il demonio, anche in un’altra circostanza al cospetto di Santa Rita. Fu portata da lei una donna del paese, posseduta da Satana da molti anni. La Santa cominciò a pregare intensamente e poi, fatto il segno della croce sul capo della sventurata, la liberò in modo istantaneo.

Una delle Sante più amate, oggetto di una diffusissima devozione popolare, ebbe un’esistenza - prima come sposa e madre, poi come vedova e infine come monaca agostiniana - fatta di preoccupazioni e tragedie che la rendono vicina a noi. Intorno alla sua “normalità”, tuttavia, si sviluppò un legame invisibile col Cielo che fece di Santa Rita una eccezionale mistica nonché una esorcista.

La sua esperienza - come quella di tanti altri Santi, Beati, Servi di Dio, Venerabili - offre spunti di riflessione sul nostro rapporto con il sacro e sul trascendente e, nella fattispecie, sulla presenza degli Angeli e dei Demoni nella vita dell’uomo. Leggendo la sua storia, si può tratteggiare un profilo degli Angeli, quali messaggeri di Dio e custodi dell’uomo, e dei Demoni, quali tentatori e istigatori alla ribellione contro Dio.

La Mostra sulle Apparizioni di Angeli e Demoni è un contributo a meditare su questa realtà spirituale che, celata ai nostri occhi, può essere percepita attraverso la preghiera e la vita di fede. Nata da un’intuizione del giovane Servo di Dio Carlo Acutis, già ideatore della Mostra sui Miracoli Eucaristici, e dalla generosa e accurata ricerca dello scrittore e giornalista Nicola Gori, la Mostra raccoglie per la prima volta 132 testimonianze di visioni e apparizioni di Angeli e di Demoni nella vita dei Santi.

Essa si snoda attraverso una serie di pannelli, ognuno dei quali presenta una o più immagini del Santo in questione e raccoglie un testo con una sua breve biografia e con la descrizione delle apparizioni. A fare da splendido corollario, sullo sfondo, i particolari di alcuni celebri dipinti di figure angeliche.

Nell’introduzione alla Mostra, al momento disponibile soltanto on-line, si dà una spiegazione del motivo per cui parlare di Angeli e di Demoni oggi non sia affatto anacronistico: “Riscoprire il ruolo degli Angeli nell’economia della salvezza significa (…) rinnovare la nostra fede nella Vita Eterna. Significa anche porre la fiducia in queste celesti creature che il Signore ha voluto al nostro fianco”.

Altresì, come si legge ancora nel sito della Mostra, “Dio in alcune situazioni ‘permette’ al Diavolo di ‘tormentare’ l’uomo, ma non lo fa mai però al di sopra delle sue forze. Sappiamo infatti per Fede che da questo ‘male’ Dio sa trarre sempre un bene più grande perché, con la sua grazia, il cuore esce purificato dalla prova e la Fede diviene più salda”.

Un episodio in tal senso, raccontato in uno dei pannelli della Mostra, vide protagonista sul finire dell’Ottocento papa Leone XIII. Scriveva il card. Nasalli Rocca, già Prelato d’Onore di Sua Santità, nella Lettera pastorale per la Quaresima, emanata nel 1946 a Bologna, città di cui era Arcivescovo: “Leone XIII ebbe veramente la visione degli spiriti infernali che si addensavano sulla città eterna (Roma); e da quella esperienza venne la preghiera che volle far recitare in tutta la Chiesa. Tale preghiera egli la recitava con voce vibrata e potente: la udimmo tante volte nella basilica vaticana. Non solo, ma scrisse di sua mano uno speciale esorcismo contenuto nel Rituale Romano”.

Il testo si diffuse nelle diocesi e nelle parrocchie, ed è ancora oggi usato come panacea per strappare le anime dal peccato.

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Per visitare il Museo virtuale:
http://www.carloacutis.net/pages/angeli/lista.html