Si è svolta sabato scorso, a Birmingham, la prima Conferenza nazionale sulla nuova evangelizzazione nel Regno Unito. L’iniziativa - che ha visto la presenza di 900 operatori pastorali provenienti da tutte le 22 diocesi del paese - ha rappresentato uno degli appuntamenti centrali di  “Proclaim 15” (“Annunciare 2015”) il progetto missionario lanciato dall’episcopato locale lo scorso gennaio, volto a sostenere, ispirare e incoraggiare le parrocchie del paese ad un’evangelizzazione più “creativa”, seguendo le indicazioni di Papa Francesco nella “Evangelii Gaudium”

Lo stesso Pontefice - informa la Radio Vaticana - ha voluto incoraggiare la Conferenza, quale "occasione importante non solo per riflettere sui programmi di evangelizzazione, ma anche per riaccendere nei fedeli l’amore e la gioia che scaturiscono dall’incontro personale con Gesù”, come ha scritto in un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin.

Nel testo, il Pontefice ha esortato quindi tutti i partecipanti "ad aprire il loro cuore a Cristo, affinché essi possano, a loro volta, rivitalizzare le loro parrocchie, formando comunità di comunità, santuario dove gli assetati vanno a bere per continuare a camminare, e centro di costante invio missionario”. Assicurando la sua “vicinanza spirituale e preghiera”, il Papa ha affidato tutti i presenti a “Maria, Madre della Chiesa”.

Alla giornata di sabato - spiega ancora l'emittente vaticana - sono intervenuti diversi relatori, tra cui il card. Vincent Nichols, presidente della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles, il quale ha articolato il suo intervento sulle tre “C” dell’evangelizzazione. La prima – ha detto – riguarda “i nostri colleghi che hanno smarrito la strada”, ovvero i cattolici non praticanti, coloro che “hanno sentito parlare di Gesù, conoscono alcune sue parole, hanno familiarità, in un certo senso, con la Chiesa”, ma non la frequentano più. Di qui, l’esortazione del porporato affinché essi possano, “passo dopo passo, conoscere Gesù più chiaramente”. 

La seconda “C” è quella della curiosità, perché essa - ha spiegato il porporato - “anche se venata dall’ostilità, può rappresentare una meravigliosa opportunità” di evangelizzazione, purché i fedeli ricordino che “nella curiosità risiede il suggerimento dello Spirito Santo”. “Se si dimentica questo particolare – ha detto - allora vuol dire che siamo sulla difensiva e perdiamo l’opportunità di evangelizzare”. Infine, la terza “C” è quella del clamore del cuore umano, un grido di “confusione, dolore, fame, solitudine, bisogno, rabbia”. “Qualunque cosa si faccia per rispondere a questo grido nel mondo – ha affermato Nichols – bisogna unire tale grido alla preghiera, perché solo così si realizzerà la missione di Gesù” e “l’opera evangelizzatrice sarà efficace”.

​Articolata in undici workshop, la conferenza ha riflettuto, grazie a numerose testimonianze dirette, su come evangelizzare, con modalità e metodi nuovi, per rendere più efficace la missione della Chiesa  in una delle società più secolarizzate del mondo. Centrali sono state anche l’analisi dei social media e la riflessione sul Giubileo straordinario della Misericordia che si aprirà il prossimo 8 dicembre.