Mi torna in mente l'episodio avvenuto - così si racconta - in un castello dell’Alto Adige.

Nel castello, lungamente assediato da nemici, un gruppo di persone riuscivano a sopravvivere grazie all'abbondante scorta di cibo. Ma un certo giorno s'accorsero che le riserve stavano per finire. Non rimaneva loro che un maiale gelosamente allevato per farne, a suo tempo, saporiti salami.

Visto che l'assedio era sempre più tenace, tennero consiglio per decidere se mangiare il porco e poi darsi in mano al nemico o donare al nemico il porco per ostentare abbondanza... Affamati ma fiduciosi, decisero di adottare la seconda proposta: “Il nemico - concluse il capo - rimarrà sconfitto appena sorpreso della nostra inaspettata abbondanza”.

E indovinò. Il maiale, unico ben di Dio rimasto, fu lasciato correre fuori dalle mura assediate e donato in pasto al nemico. E fu la vittoria. Gli assedianti si ritirarono e la gente del castello fu libera.

Senz'altro fu un rischio offrire al nemico quell'unico cibo rimasto. Ma è certezza di risposta miracolosa, è benedizione sicura donare a Gesù presente nel prossimo anche il necessario per vivere.

Così accadde alla vedova che nel tempio offrì tutto ciò che aveva per vivere, così avvenne al giovane che offrendo a Gesù quell'unico suo boccone potè godere della sovrabbondante risposta. Così accade anche oggi - ed è sotto gli occhi di tutti - a chiunque si fidi della Provvidenza.

Ciò mi guarisce dalla paura di aver troppo poco da offrire. Mi dona la certezza che Gesù, per sfamare il mondo, vuole che gli offra con amore il mio poco o niente.

 

Ciao da p. Andrea

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