“Come cristiani ortodossi siamo stati istruiti dai padri della Chiesa a limitare per quanto possibile le nostre necessità. Al principio del consumismo contrapponiamo il principio dell’ascesi, limitando le necessità all’indispensabile. Questo non comporta privazione ma la razionalizzazione del consumo e la condanna etica dello spreco. Quando dunque abbiamo di che mangiare e di che coprirci, accontentiamoci (1 Timoteo, 6, 8)”, come ci esorta l’apostolo di Cristo”. Questo l’invito del patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, nel messaggio diffuso in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la Cura del Creato che la chiesa ortodossa celebra oggi, 1° settembre, insieme alla chiesa cattolica.
Nel suo messaggio – riportato da L’Osservatore Romano – Bartolomeo sottolinea che purtroppo “noi uomini, sia singolarmente sia nella totalità, ci comportiamo a volte in modo contrario. Vessiamo la natura in una maniera che i cambiamenti climatici e ambientali sopravvengono inaspettati e indesiderati”. Cristo stesso – sottolinea il primate ortodosso – dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci e l’aver saziato con essi cinquemila uomini, oltre a donne e bambini, ha dato ordine di raccogliere ciò che era avanzato ‘perché nulla vada perduto’ (Giovanni, 6, 12). Purtroppo le odierne società abbandonano la realizzazione di questo comandamento, essendosi date allo spreco e all’uso irragionevole a soddisfazione delle percezioni vanitose di prosperità”.
Noi uomini – insiste il patriarca – “siamo i distruttori della creazione con la nostra cupidigia, col nostro attaccamento alla terra, ai beni terrestri, che ci sforziamo continuamente di aumentare, come il ‘ricco stolto’ del Vangelo. Dimentichiamo lo Spirito Santo, nel quale viviamo, ci muoviamo ed esistiamo”.
Comportamenti sbagliati che tuttavia possono cambiare “per ottenere risorse ed energia attraverso un’appropriata educazione”.
“Affrontare la crisi ecologica si può, risolvendola in modo concorde”, afferma Bartolomeo e cita l’Enciclica di Francesco Laudato Si’, in cui il Papa afferma che “la terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia”. Queste immondizie – evidenzia il primate ortodosso – “non sono solo materiali, ma principalmente spirituali. Sono immondizie che provengono nella sostanza dai sentimenti emotivi dello stesso uomo”.
Pertanto “come cristiani ortodossi, siamo chiamati a compiere, anche riguardo al tema della tutela di tutto il creato, un’opera evangelica, un’opera apostolica, a riaccendere cioè il lieto annuncio evangelico nell’attuale mondo sconvolto, a risvegliare la natura spirituale assonnata dell’uomo, a trasmettere un messaggio di speranza, di pace e di gioia: pace e gioia di Cristo”. Di qui l’invito “a risvegliare la mente, a liberarsi di pensieri emotivi e interessi personali, per vivere in armonia con il prossimo e con il creato”.