Mons. Celli: "È la famiglia il primo luogo in cui impariamo a comunicare"

Il presidente del Dicastero per la Comunicazione, insieme ai coniugi Giaccardi e Magatto, presenta in Sala Stampa vaticana il Messaggio del Papa per la Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali

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È un Messaggio “atipico” quello di Papa Bergoglio per la 49a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Sono d’accordo tutti e tre i relatori che lo hanno presentato oggi in Sala Stampa vaticana, ovvero mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, e i coniugi Chiara Giaccardi e Mauro Magatti, entrambi ordinari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, genitori di cinque figli.

Il Messaggio del Pontefice si discosta nettamente, infatti, dai precedenti messaggi, incentrati piuttosto sulle tecniche comunicative e le sfide delle nuove tecnologie, andando a riflettere sul tema cardine in quest’anno di vita della Chiesa: la famiglia. “Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità dell’amore” è il titolo della riflessione di Francesco, che vuole mettere a fuoco “l’intima relazione tra famiglia e comunicazione”, come ha detto mons. Celli.

“Non è ovviamente un Messaggio sulla famiglia”, ha precisato il presule, seppur Bergoglio in esso riaffermi in tutti i modi “che la famiglia continua ad essere una grande risorsa e non solo un problema o una istituzione in crisi”.

Il cuore del testo è che “la famiglia è il primo luogo dove impariamo a comunicare”: “I genitori sono i primi veri educatori”, sottolinea Celli, e la famiglia “è un grembo dove si apprende a comunicare nel contesto ampio di una diversità di generi e di generazioni”, in quanto essa ha la capacità “di comunicarsi e di comunicare in forza del legame che coinvolge i vari membri”.

In particolare, il presidente del Dicastero per la comunicazione si sofferma sul paragrafo dedicato alla preghiera, definita come “forma fondamentale di comunicazione” che ha nella famiglia “il suo ambiente di scoperta e di esperienza più vero”. “Uno dei ricordi più belli sono i miei genitori che pregano”, dice con emozione, sottolineando come proprio questi momenti di spiritualità condivisa gli abbiano ‘comunicato’ l’amore verso Gesù Cristo.

Ricordando, poi, che i giovani, come pure i loro genitori – sempre più presenti nelle reti sociali – “sono chiamati a dare testimonianza a Cristo anche nel contesto digitale”, mons. Celli si sofferma sull’immagine chiave del Messaggio del Papa. Ovvero la Visitazione di Maria alla cugina Elisabetta (il quadro scelto è quello del Pontormo) icona di quella “prossimità” che ha come suo raggio di azione “non solo i membri della famiglia”, ma chiunque.

Visitare infatti “comporta aprire le porte, uscire, andare verso l’altro”. E per la famiglia questo significa “comunicare il loro messaggio di vita e di comunione”, “dare conforto e speranza alle famiglie più ferite, e far crescere la Chiesa stessa, che è famiglia di famiglie”.

D’accordo la prof. Giaccardi che ha ripreso, nel suo intervento, la metafora della famiglia come ‘grembo’, cioè come “prima scuola di comunicazione di tutti i linguaggi, in primis quello del corpo”, e come “modello di ogni relazione”. “Non può esserci comunicazione fuori dalla relazione – ha affermato la docente – il paradigma è quello della prossimità, nella reciproca accoglienza, che poi prosegue nella famiglia e arriva nel mondo”.

Sempre pensando all’icona della visitazione, essa ci invita “ad allargare i codici della nostra comunicazione”, spiegano Giaccardi e Magatti; le parole si traducono cioè in gesti di prossimità, andando ad ampliare la gamma delle nostre possibilità comunicative: “esultare, benedire, pregare, perdonare…”. Questo vale anche per i media – evidenziano i relatori – chiamati “non solo a informare, educare, intrattenere”, ma anche “raccontare, dare voce, trasformare le possibilità di connessione in invito alla prossimità anziché nastri isolanti che ci riparano dagli altri o muri che ci separano”

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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