E’ la parte della spiaggia lambita dal mare. Questa è la definizione che il vocabolario Zingarelli dà del bagnasciuga.
Una orata si è stancata e annoiata di stare in pieno mare; non si sa come, non si sa perché ha preso la strada verso la spiaggia. Si ferma proprio là dove finisce il mare e dove comincia la spiaggia. Tra il mare che non voleva perdere e la spiaggia che voleva conoscere. Non era né in mare, né sulla spiaggia.
In quella posizione tanto nuova e curiosa, la nostra orata ha cominciato ad avvertire le noie e i dolori di chi sta col piede in due scarpe, disturbata dagli acciacchi di chi non si ritrova né carne, né pesce.
E’ chiaro che vedere un’orata ferma sul bagnasciuga, desta interesse nei passanti. Arrestandosi curiosi, notavano lo strano pesce, con fatica inaudita, aprire e chiudere velocemente la bocca, nella ricerca spasmodica di parole. In mare poteva esprimersi come i pesci; ma qui doveva imitare gli uomini.
I più attenti e raffinati interpreti della lingua del pesce intuivano questi lamenti: le pinne e la coda doloranti, la fatica nei movimenti, il fastidio di tutta quella gente che non riusciva più a sopportare, indignata contro quelli che deridevano le sue mosse goffe, il non sentirsi capita, il non riuscire a farsi degli amici, il passare momenti di profonda solitudine, di depressione e di nera disperazione.
Si levò una voce chiara, non si sa se dal mare o dalla spiaggia: tuffati decisamente in mare; sei fatta per vivere in mare; il mare è la tua vita, è la soluzione di tutti i tuoi problemi. Tutti i tuoi acciacchi reclamano il mare.
Caro cristiano, lascia l’inferno del bagnasciuga, causa di tutti i tuoi guai; tuffati decisamente nel profondo dell’amore di Dio: è in questo tuo mare la soluzione di ogni problema. Dio ci ha fatti per sé.
Ciao da p. Andrea
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