La dura persecuzione da parte di Boko Haram, e i conseguenti atti di violenza e terrorismo contro i cristiani hanno costretto la Chiesa del Niger a sospendere tutte le attività ecclesiali. Quindi scuole, centri sanitari, opere caritative e di sviluppo, sono in stand-by fino a nuovo ordine, specie nelle regioni di Zinder, Maradi e Niamey.
In un breve comunicato a loro firma, i vescovi Laurent Lompo, Ambroise Ouedraogo e Michel Cartateguy giustificano la difficile decisione spiegando che “questo ci permetterà di pregare e leggere con serenità gli eventi dolorosi che abbiamo appena subito. Cordialmente – scrivono -ringraziamo coloro che hanno espresso la loro solidarietà in questi tempi difficili” .
Già domenica scorsa non era stata celebrata nessuna messa in diverse parrocchie del Niger, a seguito dei saccheggi e dei violenti incendi subiti dalle parrocchie di San Paolo, Sant’Agostino, San Gabriele, Santa Teresa, San Giovanni e San Giuseppe e anche ai danni registrati nelle comunità di alcune congregazioni religiose.
“La comunità cristiana in Niger è ancora sotto choc”, afferma l’arcivescovo di Niamey, mons. Michel Cartateguy, in un’intervista alla Radio Vaticana. “Quasi tutte le nostre chiese, 12 su 14, sono state completamente saccheggiate, non c’è rimasto più nulla, tutto è bruciato”, ha detto, informando che “soltanto la cattedrale è rimasta in piedi, perché su mia richiesta è stata sorvegliata a oltranza. Ma non so fino a quando questo sarà possibile”.