Stracci e ferro vecchio

Dammi gli stracci della tua miseria – dice Gesù – e li trasformerò per te in abito da Nozze

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Erano anni di estrema povertà causata dalla guerra appena finita. Anche a me veniva raccomandato dal papà non solo di non buttar via niente, ma di raccattare, come faceva lui, “bottoni, chiodi, stracci, pezzi di ferro, ossa di qualsiasi animale”. Motivava queste raccomandazioni con una frase: “Prima o poi può diventare utile”.

Da qui ho scoperto l’importanza d’una scena che si svolgeva nel cortile di casa, in campagna, dove da piccolo vivevo.

Passava una volta alla settimana lo straccivendolo. Lo si distingueva in lontananza per il grido: “Strasse, ossi, fero vecio”! Era il materiale che lui comprava dai contadini. Arrivato nel cortile davanti alla casa, continuava il suo grido finchè qualcuno della famiglia si presentava con la merce richiesta.

Mi incuriosiva vedere con quanta cura il papà raccoglieva ed ammucchiava tutto ciò che era decisamente inservibile, come stracci, ossa e ferro vecchio. E una volta alla settimana assistevo con interesse alla scena dove il papà offriva allo straccivendolo quintali di cose inutili, ingombranti per riceverne in cambio del denaro prezioso, si perchè serviva a comprare il necessario per mangiare.

Questo scambio mi ha fatto attento e solerte a raccogliere tutto ciò che era da buttare: diventava pane.

Mi stupivo nel vedere ciò che non vale trasformarsi in valore appetibile. Da tanto tempo ammucchiavamo ciò che ingombrava, ci rubava spazio e dava un senso disordine e di sporcizia. Era insomma un angolo di…miseria. Stracci, ossi, ferro vecchio. Tutto rimaneva li.

Finché abbiamo trovato a chi potesse interessare, tanto da pagarcelo oltre ogni aspettativa. Ecco allora l’unica cosa da fare: offrire ogni volta il mucchio di… miseria allo straccivendolo; non trattenerla.

Che trasformazione acquista allora la mia, la tua miseria se offerta continuamente al Provvidenziale Commerciante. Da me, da te non vuole, non brama di più e di meglio, il positivo è già tutto suo. “Girolamo – così  Gesù esorta il santo – dammi ciò che è tuo: i tuoi peccati”. Se stai bene attento, nella tua miseria troverai me: sono Colui che tanto ti ama da prendere su di me il peccato del mondo.

Offerti alla mia misericordia, i tuoi stracci, sembra dire Gesù, produrranno gioia in cielo e ricchezza di pace nel tuo cuore. Dammi gli stracci della tua miseria e li trasformerò per te in abito da Nozze.

Ciao da p. Andrea

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Andrea Panont

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