Iraq: 13 ragazzi giustiziati dall'Isis per aver guardato una partita di calcio

La tragedia avvenuta a Mosul, dove i giovani sono stati uccisi davanti a decine di persone, tra cui i genitori. Per il Califfato il calcio è un’usanza dell’Occidente nemico

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Un’altra tragedia si consuma per mano dei terroristi dell’Isis. Tredici ragazzi sono stati uccisi a Mosul, a nord dell’Iraq, ‘colpevoli’ di aver guardato una partita di calcio in tv tra la nazionale irachena e quella giordana per la Coppa d’Asia della settimana scorsa. 

I jihadisti – riferisce l’agenzia di stampa ufficiale giordana “Petra” -, uomini del califfo Abu Bakr al Baghdadi che controllano la città, hanno condotto le giovani vittime allo stadio cittadino per “giustiziarli”. Sono stati quindi fucilati davanti ad una folla di decine di persone, tra cui erano presenti anche i loro genitori.

Attraverso gli altoparlanti, i miliziani hanno spiegato che si tratta di “un messaggio per chi disattende le leggi dello Stato islamico”. Il gioco del calcio, infatti, per il Califfato “è un’usanza che arriva dall’Occidente”, quindi dal nemico. 

Fonti giornalistiche citate dalla tv al Arabiya riferiscono che i cadaveri dei giovani “sono rimasti in terra a lungo, perché i familiari delle vittime non sono andati a recuperarli nel timore di essere uccisi” dai jihadisti.

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ZENIT Staff

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