Il 2014 'da record' di Papa Francesco, tra viaggi, riforme e grandi discorsi

E un 2015 non da meno con in programma tre viaggi internazionali in Asia, Francia e Usa, il Concistoro e il Sinodo, le visite pastorali a Napoli e Torino. Senza contare le sicure sorprese

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2014

Un anno dei record questo 2014 per Papa Francesco, che si conclude con oltre 6 milioni di presenze registrate dalla Prefettura della Casa Pontificia nei suoi eventi in Vaticano tra Udienze generali e speciali, celebrazioni liturgiche e Angelus.

Ma anche un anno scandito da viaggi internazionali impegnativi, svolti con coraggio e all’insegna del dialogo. A cominciare da quello in Terra Santa, annunciato a sorpresa come Paolo VI durante l’Angelus del 5 gennaio e svoltosi poi dal 24 al 26 maggio, per celebrare i 50 anni dall’abbraccio ecumenico di Montini con Atenagora.

Poi il viaggio in Corea del Sud, ad agosto, in occasione della Giornata mondiale della Gioventù asiatica, piccolo tassello per costruire un ponte sempre più robusto con l’Asia e magari realizzare l’auspicata apertura con la Cina. Ancora la visita in Albania, il 21 settembre, sintetizzata nella immagine di Francesco in lacrime dopo la testimonianza di un sacerdote perseguitato dal regime comunista. I tre giorni in Turchia, a fine novembre, paese a maggioranza islamica dove il Papa ha pregato a Santa Sofia, scalzo, in silenzio, a fianco ad un imam, e dove, nella ‘Diyanet’, ha invocato la collaborazione di leader politici e religiosi per lottare contro ogni violazione dei diritti umani.

Infine le visite pastorali in Italia, contraddistinte ognuno da una parola forte del Pontefice: la ‘scomunica ai mafiosi’, ad esempio, a Cassano all’Jonio (21 giugno), l’appello a ridare dignità ai lavoratori a Campobasso e Isernia (5 luglio), la ‘riconciliazione’ con gli evangelici a Caserta (26 luglio), la richiesta di perdono “per le vittime di tutte le inutili stragi” al Sacrario di Redipuglia (13 settembre), in occasione del centenario della Prima Guerra mondiale.

È stato un anno, poi, di grandi discorsi: quelli al Parlamento Europeo e al Consiglio d’Europa nella visita lampo del 25 novembre a Strasburgo, per risvegliare la coscienza di un continente divenuto ormai una ‘nonna’ stanca, dalla identità sbiadita. Oppure il discorso ‘senza paracadute’ – oggetto di diverse critiche – ai Movimenti Popolari, in cui il Pontefice ha espresso chiaramente le sue posizioni in termini di Dottrina sociale, o quello alla FAO, durante la II Conferenza internazionale sulla nutrizione.

Un anno anche di pillole spirituali distribuite quotidianamente dall’altare della Cappella di Santa Marta; di appelli vigorosi contro il martirio dei cristiani in Medio Oriente; di arringhe in difesa della famiglia “disprezzata e maltratta da tutte le parti”; di denunce contro la “piaga” della tratta umana e quella ancora più putrida della corruzione (vedi l’omelia del Te Deum del 31 dicembre) da cui nessuno è immune. In Curia come nel Comune di Roma.

Un anno, ancora, di manovre geopolitiche di portata storica, come il ‘disgelo’ delle relazioni tra Usa e Cuba, a cui il Papa – a detta dei due presidenti Obama e Castro – ha partecipato attivamente; di accordi internazionali come il recente Trattato per sconfiggere ogni forma di schiavitù, firmato dai rappresentanti di tutte le religioni mondiali; di piccoli riassestamenti interni alla Santa Sede – specie negli uffici finanziari ed economici – compiuti grazie all’ausilio e su suggerimento del Consiglio dei 9 Cardinali. 

È stato poi l’anno del Sinodo straordinario sulla famiglia ad ottobre, ‘aperitivo’ alla prossima assise ordinaria del 2015, accompagnato per mesi da una bagarre mediatica che ha sminuito l’intera discussione alla questione dei sacramenti ai divorziati risposati e alle ‘lotte’ tra cardinali conservatori e progressisti.

A proposito di cardinali, il 2014 ha visto anche 19 berrette rosse, create nel Concistoro del 22 febbraio, tra cui spiccano i nomi di due Segretari: il Segretario di Stato Pietro Parolin, e lo storico Segretario particolare di Giovanni XXIII, Loris Capovilla.

Nomina quest’ultima avvenuta per una fortunata coincidenza proprio nell’anno in cui il ‘Papa buono’ è stato elevato agli onori degli altari. Insieme a lui, un altro “gigante della Fede” Giovanni Paolo II, proclamati Santi in una cerimonia di canonizzazione, il 27 aprile, – rimasta alla storia come ‘l’evento dei quattro Papi’, per la presenza del Papa emerito Benedetto XIV  – che ha riunito a Roma circa un milione e mezzo di fedeli da tutto il mondo. Di numero inferiore ma animati dallo stesso entusiasmo i pellegrini venuti a rendere omaggio a Papa Paolo VI, beatificato da Francesco il 19 ottobre a conclusione dei lavori del Sinodo. 

2015

Un anno impegnativo, dunque. Ma il 2015 non sembra essere da meno. Sono già noti alcuni appuntamenti che vedranno protagonista il Papa, mese dopo mese. Si comincia a gennaio, dal 12 al 19, con il viaggio in Sri Lanka e nelle Filippine, il secondo in Asia, il settimo nel mondo.

Si prosegue poi con un ‘febbraio di fuoco’ in cui il C9 procederà al varo della bozza della riforma della Curia romana (9-11). Seguirà nei giorni successivi (12-13), una riunione a porte chiuse in cui sarà analizzato il nuovo assetto dei Pontifici Consigli, presumibilmente raggruppati in due maxi Congregazioni: una in cui confluiranno Dicasteri per famiglia e laici e Accademia per la Vita, e l’altra con al suo interno Giustizia e Pace, Migranti, “Cor unum” e Operatori Sanitari. Infine, il 14 e 15, si terrà il secondo concistoro per la creazione dei nuovi cardinali, le cui nomine appaiono attualmente blindate.

Marzo segnerà invece una nuova visita del Papa in una diocesi italiana: Napoli, dove il Pontefice vi si recherà il 21 del mese per la Festa del Patrono San Gennaro. Prima, però, farà tappa al Santuario di Pompei, come fece a suo tempo Wojtyla. Sempre il 21, ma di giugno, Bergoglio si recherà invece a Torino per il bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco e l’ostensione della Sindone.

Nessuna conferma, invece, sulle date del viaggio in Francia su invito del presidente Hollande. Quasi sicuramente si terrà ad agosto e da quanto trapelato sembra che Francesco toccherà tre città: Parigi, Lisieux e Lourdes. Tutto pronto invece per il viaggio a Philadelphia, dal 22 al 27 settembre, per l’VIII incontro mondiale delle famiglie. Con l’occasione, il Papa potrebbe anche raggiungere New York e Washington per due attesissimi discorsi al Congresso e alle Nazioni Unite.

Ottobre sarà poi il mese dedicato al Sinodo ordinario sul tema “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”, in programma dal 4 al 25, di cui sono pronti già i Lineamenta e i questionari da inviare alle parrocchie del mondo.

Il 2015 si potrebbe concludere con altri due viaggi internazionali: in Paraguay, il 15 novembre, dove il Papa desidera visitare Nuestra Señora de los Milagros de Caacupe, e in Uganda, viaggio non confermato, anche se la canonizzazione dei Martiri Ugandesi è stata posticipata appositamente in attesa di una presunta visita del Santo Padre.

Questo dunque l’anno che si prospetta davanti a Papa Francesco. Ma, considerando che circa la metà degli eventi del 2014 sono stati organizzati all’ultimo minuto, chissà quante altre sorprese riserverà l’imprevedibile Pontefice.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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