"A Strasburgo il Papa parlerà in modo libero e forte"

L’arcivescovo della città alsaziana parla dell’imminente visita di Francesco alle Istituzioni europee

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La visita di papa Francesco alle Istituzioni europee sarà una visita-lampo ma, non essendo previsti altri appuntamenti, avrà un impatto ancora più forte. Lo afferma l’arcivescovo di Strasburgo, monsignor Jean-Pierre Grallet, che accoglierà il Papa domattina, all’aeroporto di Entzheim alle 10.

Il Papa si  recherà alle 10.35 al Parlamento europeo, dove terrà un primo discorso, poi, alle 12.05, si recherà al Consiglio d’Europa per il secondo discorso.

È la seconda volta che un pontefice si reca in visita al Parlamento Europeo: l’8 ottobre 1988, San Giovanni Paolo II vi aveva pronunciato lo storico discorso sull’“anima dell’Europa”.

A colloquio con ZENIT, monsignor Grallet  ha affidato ai lettori sentimenti e speranze alla vigilia della visita del Santo Padre.

Come si svolgerà la visita di papa Francesco alle Istituzioni europee?

Il vescovo accoglie sempre il Vescovo di Roma, ed è quello che io faccio con gioia, anche se il Santo Padre non visiterà il senso stretto della diocesi di Strasburgo. Il tragitto da Entzheim non avverrà in papamobile, ma in un’auto senza targa: sarà un passaggio molto veloce, diplomatico e molto sicuro lungo un itinerario che non è noto in anticipo. Avverrà tutto in tre ore: il Papa arriverà alle 9.40 e rientrerà alle 15.50, pranzando in aereo. Quindi con lui non condivideremo il pane ma la speranza… La visita del Papa in Alsazia sarà all’insegna di una grande sobrietà, senza bagni di folla. Ciò conferisce ancora più valore alla sua disponibilità a pronunciare un discorso forte alle Istituzioni europee e all’Europa e a non mescolare questo messaggio con le altre realtà della vita pastorale. La Sala Stampa della Santa Sede ha annunciato i dettagli di questa visita e, allo stesso tempo, ha ufficialmente annunciato una visita pastorale in Francia per il 2015. Ma si tratta di due eventi distinti. Sono molto soddisfatto della visita del Papa e ne gioisco.

Gli strasburghesi non potrebbero rimanere delusi?

L’annuncio della visita del Papa ha suscitato un’enorme euforia che mostra la sua grande popolarità, anche in ambienti non cristiani. La gente pensava che il Papa avrebbe anche potuto fare un passaggio alla cattedrale,  che quest’anno celebra il millennio. Le persone hanno offerto chi un hotel, chi un ristorante, ed abbiamo ricevuto richieste di prenotazione. Il Papa ha confermato che avrebbe visitato il Parlamento Europeo e il Consiglio d’Europa e che si riservava la visita pastorale in seguito. Il Strasburgo sente onorata e confermata nel ruolo di Strasburgo di capitale europea. L’emittente pubblica France 3 Alsace trasmetterà la diretta della visita del Papa dalle 9.30 alle 12, quindi pressoché per tutta la sua durata. Anche KTO trasmetterà dalle 10:30, i due discorsi in diretta di papa Francesco. Tutti i cristiani e tutti coloro che desiderano, potranno radunarsi presso la cattedrale per vivere questo evento, per seguire in diretta su grande schermo questa breve visita e ascoltare l’intero discorso. Ma anche a pregare alle ore 9.30. La cattedrale sarà aperta ininterrottamente dalle 9 alle 14.

Cosa ci possiamo aspettare dalla visita del Papa?

Il Papa non viene a Strasburgo che per incontrare dei funzionari: è chiaro che rilancerà l’attenzione alla vita della giovane Europa, che ha solo pochi decenni. Sarà un bene per l’Europa, farà bene ai cristiani, penso che farà bene a tutti gli uomini di buona volontà che vogliono comprendere il messaggio. Non posso sapere in anticipo il contenuto dei discorsi del Papa, quindi sarà tutta una sorpresa. Non ho dubbi che avrà una parola libera e forte, naturalmente ispirata al Vangelo e alla dottrina sociale della Chiesa, e che non esiterà a denunciare le esitazioni del mondo occidentale. Mi ricordo quello che poté dire a Lampedusa…

Penso anche che il Papa ha ormai una buona esperienza internazionale: è andato in Corea, ha visitato un paese molto povero come l’Albania, conosce il dramma dell’Oriente e la sua terribile guerra, viene dall’America Latina, non è indifferente a ciò che sta accadendo in Africa. Ha quindi una visione globale e mondiale, e penso che saprà situare gli europei nel concerto delle nazioni, di fronte allo sviluppo di tutto il pianeta.

Sono certamente argomenti come questi che andranno ad alimentare la sua parola, per non parlare delle grandi questioni morali, le questioni sociali, delle quali è possibile che parlerà. Non credo che lusingherà gli europei. Invece, dirà loro: “Attenzione: avete la sicurezza, ma non è soltanto per voi”. Penso e mi aspetto che risveglierà la consapevolezza della nostra responsabilità nella comunità delle nazioni. Spero che comprenderemo le sue parole. Ho segni che sono abbastanza positivi: la sua autorità morale è indiscussa e tutti si sente onorato di accoglierlo.

La visita di papa Francesco concorda con la direzione del suo motto episcopale…

Il mio motto episcopale è Duc in Altum, e significa davvero ascoltare, portare fuori, non replicare, non gemere… prendere il largo!

Quest’anno l’evento più importante della vostra diocesi sono i mille anni della cattedrale, ma non è anche, in qualche modo, un “luogo europeo”?
Sì, la cattedrale è un luogo europeo, celebriamo una messa all’anno con l’Osservatore Permanente della Santa Sede. Tuttavia – molti non lo sanno – la grande vetrata del coro della cattedrale è stata offerta dal Consiglio d’Europa nel 1958: in qualche modo, quindi, l’Europa è al centro della cattedrale!
Speriamo in un messaggio di papa Francesco per la celebrazione del millennio della cattedrale, iniziato con l’anniversario della dedicazione, il 7 settembre 2014 e che si concluderà domenica 6 settembre 2015. La diocesi ha 14 zone pastorali – per 1,85 milioni abitanti, di cui 1,35 milioni di cattolici. Gli strasburghesi sono molto affezionati alla loro cattedrale ed ogni zona pastorale vi trascorrerà due giornate durante l’anno. Il 15 agosto sarà il momento culminante. Per il 15 agosto, ho fatto richiesta per un inviato del Papa, che porterà un discorso del Pontefice.

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Anita Bourdin

Journaliste française accréditée près le Saint-Siège depuis 1995. Rédactrice en chef de fr.zenit.org. Elle a lancé le service français Zenit en janvier 1999. Master en journalisme (Bruxelles). Maîtrise en lettres classiques (Paris). Habilitation au doctorat en théologie biblique (Rome). Correspondante à Rome de Radio Espérance.

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