Questa rubrica di poesia è anche un momento di riflessione sul valore spirituale della parola. Per sperimentare come la “parola” – lo strumento più spontaneo che esista, spesso fonte di contrasti e incomprensioni – possa diventare un elevato mezzo conoscitivo, che ci mette in contatto con la realtà trascendente.
Perché la “parola” (“Logos”, “Verbo”, “Om”), in tutte le tradizioni religiose, è strumento di accesso alla coscienza e quindi alla conoscenza.
In tal senso, potremmo dire che scrivere poesia è il tentativo di recuperare la “parola” nella sua accezione più alta.
Nell’Angelus del 16 novembre, Papa Francesco ha ricordato la celebre “parabola dei talenti” dal Vangelo di Matteo: “Un uomo, prima di partire per un viaggio, convoca i servitori e affida loro il suo patrimonio in talenti, monete antiche di grandissimo valore. Durante l’assenza del padrone, i tre servitori devono far fruttare questo patrimonio. Il primo e il secondo servitore raddoppiano ciascuno il capitale di partenza; il terzo, invece, per paura di perdere tutto, seppellisce il talento ricevuto in una buca. Al ritorno del padrone, i primi due ricevono la lode e la ricompensa, mentre il terzo viene rimproverato e punito”.
Il significato è chiaro, spiega Papa Francesco: “L’uomo della parabola rappresenta Gesù, i servitori siamo noi e i talenti sono il patrimonio che il Signore affida a noi. Non solo da custodire, ma da far crescere”.
Il Santo Padre ha poi ricordato che, nell’uso comune, il termine “talento” indica una spiccata qualità individuale: ad esempio, talento nella musica, nello sport…
Possiamo dedurne, con un facile sillogismo, che anche il talento artistico (nelle diverse forme in cui si manifesta, inclusa la poesia) è un patrimonio da valorizzare: un “dono” che bisogna mettere a frutto, condividendo con gli altri il proprio mondo di sentimenti.
È appunto ciò che fanno i poeti che pubblichiamo in questa rubrica.
Rosarita De Martino dedica una poesia a Papa Francesco, Bianco Padre, esprimendo un sentire comune a milioni di persone (“Esulto perché vedo / che tu, Francesco, / sai ridare voce / a chi non ha voce, / sai ridare liberazione / a chi è oppresso / da catene inique, / sai ridare speranza / a chi l’ha smarrita”).
Don Angelo Portale esprime in poesia quello che, da sempre, è il sentimento che volge l’uomo verso Dio: la ricerca di senso (“L’Unico Necessario. / Altrimenti solo contingenza, instabilità, non senso”).
Pasqualina Di Blasio colloca la ricerca di senso nel solco del divenire storico, attualizzando l’emozione poetica nell’ambito del nostro tempo (“il delirio dell’umano cammino / su boomerang di radar puntato. / Ho avuto paura dell’ira di Dio!”).
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BIANCO PADRE
di Rosarita De Martino
Improvviso, inatteso inno
di ieri lontano
mi ritorna dentro,
inondandomi di fiumi di gioia.
Ascolto parole care
di mia giovinezza:
“Bianco Padre
che da Roma
ci sei meta, luce e guida
in ciascun di noi confida,
su noi tutti puoi contar…”
Sollecita mi alzo
e, indossando i miei sandali
di entusiasmo,
parto alla tua ricerca.
Arrivo,
ma folla immane
ti circonda.
Resisto,
avanzo,
mi fermo, attendo
spero, credo, vinco.
Ora, il tuo sguardo di padre,
incrocia il mio.
Insieme a me
mille e mille volti
ti cercano,
ti chiamano.
Ed ecco che i volti
si uniscono,
si confondono
e, come in un mosaico bizantino,
appare il volto luminoso
di Nostro Signore.
Ma è un attimo.
Rientro in me.
Esulto perché vedo
che tu, Francesco,
sai ridare voce
a chi non ha voce,
sai ridare liberazione
a chi è oppresso
da catene inique,
sai ridare speranza
a chi l’ha smarrita
nelle dure salite della vita.
Grazie Bianco Padre!
Rosarita De Martino ha insegnato nella scuola elementare Maria Montessori di Catania, dove risiede. Appartiene alla fraternità “Regina Pacis” della parrocchia Spirito Santo di Catania, dove s’impegna in qualità di laica consacrata. Con la casa editrice “Il Convivio” ha pubblicato il volumetto “Pensieri luminosi”. Ha partecipato a vari concorsi nazionali conseguendo diversi premi e segnalazioni.
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DELL’UNO
di Angelo Portale
L’Unico Orizzonte.
Altrimenti il non senso.
L’Unica Ricchezza.
Altrimenti la miseria.
L’Unico Desiderio.
Altrimenti l’insoddisfazione.
L’Unico Necessario.
Altrimenti solo contingenza, instabilità, non senso.
L’Unico Significato.
Altrimenti la noia.
L’Unico Volto.
Altrimenti la deformità e il brutto.
Dio mio, speranza mia.
Angelo Portale è nato a Bronte (CT), ha conseguito il baccalaureato in Teologia, il baccalaureato e la licenza in Filosofia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Ha pubblicato diversi libri a carattere poetico e saggistico filosofico. Vive ed esercita il ministero di parroco a Grosseto, dove insegna anche discipline filosofiche all’Istituto Teologico.
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IN CAMMINO
di Pasqualina Di Blasio
Fra il Taburno e il Partenio,
in fruscii di antico respiro
e sussurri di volatile Fama,
ho ravvisato alle spalle la Storia.
E il senso di nuove altre storie
su ingordigia di pietra riposte.
Ho visto nel mio passo allertato
e nel solco d’intelligenza tradita
il delirio dell’umano cammino
su boomerang di radar puntato.
Ho avuto paura dell’ira di Dio!
Nondimeno lo scorrere lento
di un’ignara risorgiva
straparlava convinta
d’Ordinaria Innocenza.
Ancora viva.
Pasqualina Di Blasio è nata a Montesarchio (BN), ha conseguito la Laurea in Lettere presso l’Università Cattolica di Milano ed insegna Lettere all’Istituto Comprensivo “A. Manzoni” di Cormano (Milano). Ha due figlie. Ha pubblicato diverse sillogi poetiche ed ha partecipato a concorsi di poesia ottenendo menzioni speciali. Collabora con blog letterari.
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E per concludere, visto che siamo in prossimità del Natale, pubblichiamo una originale poesia di Gioele Meriti, dedicata alla festa più attesa dell’anno. Un componimento dove il poeta esprime la sua ansia dinanzi alle contraddizioni della vita, per poi sciogliere il suo canto in una rinnovata speranza.
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UN NATALE COSÌ
di Gioele Meriti
Fossi Gesù quest’anno non verrei
nella solita grotta puzzolente
a portar pace a chi non frega niente
e pensa solo, come i farisei,
a come meglio toglierlo di mezzo
Il presepe ha cambiato i suoi elementi
e il bambino è oramai l’ultimo pezzo,
il più insignificante. Ciò che vale
sono le convenzioni senza senso,
inutili regali nell’immenso
penoso sacco di Babbo Natale.
Addio pastori con le bianche greggi,
palme, capre, casette illuminate,
addio ruscelli di carte argentate,
addio mago orientale, tu che leggi
nel cielo i segni di una nuova stella
predetta dall’antica profezia,
e poi t’affretti a ricercar la via
che cambi la realtà da brutta in bella.
Addio vecchio Natale di chi porta
racchiusa nel suo cuore l’innocente
certezza che alla fine nella gente
l’attesa del suo Dio non è ancor morta.
A meno che, come già fu in antico
– ce lo ricordan le sacre scritture –
Dio trovi un uomo dalle mani pure
e torni a Betlem per esserci amico.
Sei tu quella persona eccezionale?
Che tu lo sia o meno, buon Natale.
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La poesia di Meriti ci offre l’occasione per rivolgere un invito agli amici poeti: mandateci altre composizioni sul Natale! Vorremmo pubblicare, nella nostra rubrica, una piccola silloge poetica interamente dedicata al tema. Sia
mo convinti che sarà un bellissimo “numero speciale”…
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