Il Papa, l'Europa e le sue radici cristiane

Il Segretario di Stato vaticano Parolin parla dell’imminente visita del Pontefice a Strasburgo, dove visiterà l’Europarlamento e il Consiglio d’Europa

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Custodia del creato, solidarietà verso migranti e rifugiati, ricostituzione di una visione integrale dell’uomo. Furono questi i temi sui quali pose l’attenzione dell’Europarlamento papa Giovanni Paolo II, nel corso della sua storica visita del 1988. Temi attuali, come sottolinea il segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, in un’intervista al Centro Televisivo Vaticano a pochi giorni dal viaggio di papa Francesco a Strasburgo.

Il porporato definisce quei temi “autentiche emergenze”, definite tali dallo stesso papa Bergoglio, che della “Custodia del Creato” e della “solidarietà nei confronti della gente che cerca nuove opportunità fuori dal proprio Paese” parla spesso nei suoi discorsi. E per affrontare e trattare questi due temi – aggiunge il card. Parolin – diventa fondamentale il richiamo alla visione integrale dell’uomo. “Un uomo considerato in tutte le sue dimensioni, quindi compresa anche la dimensione spirituale e la dimensione trascendente – riflette il card. Parolin -, che è attrezzato proprio per questa integralità di approccio a dare una risposta adeguata e costruttiva a queste sfide che si trova ad affrontare”.

Il segretario di Stato affronta inoltre la questione della sfiducia dei cittadini nei confronti dell’Unione europea.  “L’Europa molte volte è percepita dalla gente come una realtà molto lontana – afferma -, una realtà molto distante, una realtà burocratica che non si interessa degli effettivi problemi che vive ogni giorno la gente.. E d’altra parte si articola questa crisi anche nella perdita di speranza, una perdita di fiducia che l’Europa possa dare risposta ai tanti problemi che il continente si trova a vivere”.

L’antido, secondo il card. Parolin, risiede nella “educazione soprattutto nei confronti dei giovani, per cercare di mostrare concretamente la validità del progetto europeo. Che il progetto europeo, se vissuto secondo lo spirito e i valori dei padri fondatori, che gli hanno dato vita, può essere ancora in grado, oggi, di rispondere alle sfide dell’Europa attuale e di dare risposte concrete alla gente”.

Un’Europa che non può prescindere dalle sue radici cristiane. Su questo aspetto, nel recente passato molto dibattuto, il card. Parolin esprime ottimismo. “Se guardiamo il trattato di Lisbona, lì nel primo articolo, mi pare, sono richiamati una serie di valori che sono fondamentalmente valori cristiani, che hanno le loro radici nella storia e nell’apporto che il nostro cristianesimo ha dato al continente, a partire dalla dignità della persona umana, il tema della libertà, il tema della democrazia, il tema dell’uguaglianza, il tema dello stato di diritto, il tema del rispetto dei diritti umani. Ecco, sono tutti valori che nascono dall’humus del cristianesimo e quindi se si cerca di viverli  e di realizzarli io credo che si sta dando vigore alle stesse radici cristiane dell’Europa”.

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ZENIT Staff

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