A parlare così è mons. Lazzaro You Heung-sik, Vescovo di Daejeon (Corea del Sud), presente l’altro ieri a Roma per partecipare al simposio internazionale organizzato da Asia News presso la Pontificia Università Urbaniana.
In una intervista concessa a ZENIT, mons. You Heung-sik ha raccontato che l’effetto della visita di papa Francesco in Corea è stato “ampio e profondo” e “ha portato frutti meravigliosi”.
Tanto è che i giornali coreani continuano a scrivere di una malattia che il popolo ha contratto e cioè “la nostalgia del Papa”.
La visita del Pontefice ha colpito tutti, cattolici e non. Secondo il Vescovo di Daejeon, “la riconoscenza e l’affetto verso il Santo Padre sono cresciuti in tutti i fedeli” e questo “ha contribuito ad un aumento della fiducia nella Chiesa Cattolica da parte di tutti”.
Da un sondaggio condotto su 1500 persone dall’Istituto di Joghe, che è buddista e misura i fenomeni sociali, risulta che la Chiesa Cattolica ha raggiunto la soglia di 3,39 punti su un massimo di 5 per quanto riguarda la fiducia della gente.
Sondaggi fatti prima della visita del Papa, non avevamo mai raggiunto la soglia di 3 punti.
“L’effetto Francesco – ha spiegato mons. You Heung-sik – si riscontra nel fatto che vi è una crescita dei fedeli alla messa”, si registrano inoltre “nuovi battezzati” ed un “ritorno alla Chiesa da parte dei fedeli non praticanti”.
Nella cattedrale di Myundong dell’Arcidiocesi di Seul, per esempio, dopo la visita del Papa, è stata registrata una crescita pari a quasi il doppio del numero dei credenti.
Nel settembre 2012, in cattedrale le persone iscritte al catechismo per la preparazione al battesimo erano 165. Nel settembre del 2013 erano scese a 102. Quest’anno dopo la visita del Papa sono salite a oltre 300. Numeri che danno l’idea percentuale della crescita.
Tra i tanti temi sollevati dal Pontefice e ripresi dalla Chiesa coreana, mons. You Heung-sik ha sottolineato l’impegno e la solidarietà con i poveri ed i bisognosi.
A questo proposito ha spiegato che nella società coreana è forte il confronto con certi “valori” legati al capitalismo. “Tali valori – ha sottolineato – hanno portato a concentrarsi sulla realtà esteriore trascurando la vita e le realtà interiori”.
“Una riflessione su questo punto – ha aggiunto il presule – è di importanza fondamentale”, perché ci spinge ad “affrontare la soluzione di questi problemi in modo evangelico” e cioè “nell’unico modo per portare una rinascita della società”.
L’idea è quella di proporre “una nuova prospettiva che cerchi di combattere il materialismo con i valori evangelici”, con la Chiesa che rafforza la propria identità “fortificando il suo ruolo di luce e sale del mondo vivendo pienamente l’amore di Cristo”.
“Per questo – ha concluso monsignor You Heung-sik – la testimonianza dei martiri coreani è fondamentale ed è un fulgido esempio della strada da seguire per una vera vita cristiana”.