Divorzio “per direttissima”, rinuncia alla rimodulazione del bonus fiscale, bonus bebè affidato all’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente). Sono le tre misure che, adottate in un solo giorno, mettono in allarme il Forum delle associazioni familiari.
“E si ostinano a chiamarlo divorzio breve quando siamo ormai al divorzio immediato o, se vogliamo, automatico”, commenta Francesco Belletti, presidente del Forum. “La commissione Giustizia del Senato – spiega – ha approvato il divorzio senza separazione. Cancellando anche quei brevi spazi di tempo di riflessività contenuti nella proposta in fiscussione. Eliminando quindi ogni spazio di verifica, prima della decisione di rompere definitivamente il matrimonio”.
Verifica che, al contrario, il Forum ritiene “il minimo se si vuole continuare a considerare l’unione matrimoniale importante per la coppia, i figli e la società nel suo insieme. Verifica che si potrebbe riempire di contenuti, con servizi di sostegno alle crisi familiari più seri, più diffusi sul territorio, con consultori familiari non più ridotti a soli ambulatori sanitari”.
Il provvedimento in questione “fa il paio” – aggiunge Belletti – con la riduzione della separazione “prevista dalla stessa legge in discussione a Palazzo Madama e con il divorzio fai-da-te già passato con la legge che accorcia i tempi della giustizia”. L’impressione di Belletti è “quasi che si sia scatenato un pregiudizio di falsa modernità contro il matrimonio, un senso di rivalsa contro la tenuta del tessuto relazionale familiare”.
Quella che il presidente del Forum chiama la “triste giornata per la famiglia” non finisce qui. “Il governo ha infatti chiuso definitivamente la porta alla rimodulazione del bonus fiscale in base ai carichi familiari che come associazioni abbiamo chiesto con forza. In compenso si è circoscritto il bonus bebè ai soli redditi più bassi, in modo selettivo, e non più in modo generalista con il limite a 90mila euro. Una scelta per molti versi più che condivisibile ma che brillare gli occhi al ministro delle Finanze perché riduce lo stanziamento complessivo. Si applica così, per l’ennesima volta, la spending review prima di tutto agli interventi sulla famiglia”.
“A questo punto” – conclude Belletti – se la politica è guardare non solo al singolo atto ma avere uno sguardo complessivo, non possiamo non chiedere al presidente Renzi se questo micidiale combinato disposto anti famiglia sia o no deliberato da parte del suo governo. Almeno un po’ di chiarezza, sia pur residuale, crediamo che le famiglie se la meritino”.