Il padrone esigente

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Vangelo

Lc 19,11-28

Lettura

È l’evangelista Luca stesso che ci fornisce la chiave di lettura del brano odierno. Gesù sta per entrare in Gerusalemme e racconta questa parabola per dissociare la sua persona e missione da ben quattro pregiudizi: il regno del Messia non si sarebbe manifestato immediatamente e con forza, a dispetto di come si pretendeva; egli non sarebbe stato un re politico, liberatore dal potere di Roma; non tutti sono pronti ad accogliere il suo regno, ma anzi egli deve affrontare un’inimicizia spietata ed ingiustificata; a tutti è affidato il compito di cooperare a questo regno e non solo a pochi eletti.

Meditazione

La parabola che ci viene presentata ricalca quella dei talenti, ma è rivolta a tutti, non solo ai discepoli di Gesù. Le dinamiche sono simili: non siamo noi i padroni dei doni che abbiamo ricevuto, ma siamo solo dei servi, e servi fedeli nella misura in cui siamo capaci di investire i doni ricevuti nella e per la comunità in cui siamo chiamati ad agire. Qui le esigenze del padrone sono più esplicite: deve assentarsi ma non lascia incustodito il suo regno, chiama dieci suoi servi, a cui consegna ciò che è necessario per sopperire alla sua assenza. L’ordine, pur essendo chiaro, contrasta con una realtà che serpeggia tra alcuni sudditi, che odiano il padrone, al punto da rifiutarsi di riconoscere la sua autorità. Verso questi ultimi il padrone è spietato, o meglio, non ha la possibilità di mostrare la sua magnanimità, deve agire con altrettanta forza e vigore. Lo stesso vigore e grandezza viene mostrata però verso quei servi fedeli e buoni che si sono adoperati affinché  i doni e la stabilità del re fossero ben saldi. Ancora, a tutti il padrone consegna la medesima somma, ma è lo zelo e l’impegno dei singoli a fare la differenza sostanziale, che poi alla fine è premiata. La sentenza di condanna per il servo pigro e infedele è identica alla parabola dei talenti, evidenziando ancora di più la logica non tanto del premio e della punizione, ma quanto il frutto a cui conduce l’egoismo: «Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha»; stessa sorte, e non meno dura, è riservata a chi si rifiuta di accogliere e riconoscere la sovranità del padrone.

Preghiera

Signore, dammi la capacità di riconoscere i tuoi doni, la forza di saperli spendere per la manifestazione del tuo regno. Fa’ che possa fare la differenza attraverso il mio impegno, donami la forza di vincere la mia pigrizia e il coraggio di sapermi spendere per la tua volontà e non la mia gratificazione.

Agire

Oggi mi attivo maggiormente per realizzare una delle opere di misericordia, per far sì che la Parola diventi azione.

Meditazione a cura di don Donatello Camilli, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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