"Il dialogo è un'arte che non si improvvisa ma si impara giorno per giorno"

Maria Voce racconta il carisma dei Focolari nell’ottica dell’unità, dell’ecumenismo e dell’annuncio del Vangelo, alla luce dei principi del Concilio Vaticano II

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I Focolari sono uno dei tanti movimenti che parteciperanno al terzo Congresso mondiale dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità, in programma a Roma dal 20 al 22 novembre. Il loro carisma di base, trasmesso dalla fondatrice Chiara Lubich (1920-2008), è quello dell’unità tra tutti i credenti sulla scia dell’insegnamento del Concilio Vaticano II.

A margine della conferenza stampa di presentazione del Congresso, Maria Voce, divenuta presidente dei Focolari dopo la morte della fondatrice, ha spiegato a ZENIT, il senso del carisma del movimento, alla luce del Concilio Vaticano II e del dialogo con le altre realtà ecclesiali e religiose, mai disgiunto dall’annuncio della verità del Vangelo.

Dottoressa Voce, durante la conferenza stampa, lei ha accennato al Concilio Vaticano II: dopo cinquant’anni stiamo finalmente arrivando all’attuazione dello “spirito del Concilio”?

Ci siamo resi conto che ancora non è stato attuato pienamente ma ad una piena attuazione ci stiamo arrivando. È questo, quindi, il momento in cui si comincia a cogliere tutto quello che il Concilio Vaticano II ha portato, tuttavia questa gradualità non meraviglia perché, in fondo, 50 anni nella storia della Chiesa sono anche pochi e il Concilio ha davvero portato una svolta che necessitava un po’ di tempo perché potesse maturare.

In che modo il Movimento dei Focolari si impegna a realizzare i principi e l’insegnamento del Vaticano II?

Il nostro movimento si adopera a questo scopo, vivendo il proprio carisma, ovvero il carisma dell’unità e della comunione. È proprio in questo spirito di comunione tra le persone, tra i movimenti cattolici e con le altre chiese, con persone di qualunque credo e anche senza credo. È questa apertura a 360 gradi che porta a un dialogo che, in definitiva, è un’arte, perché non è una cosa che si improvvisa ma si impara e noi cerchiamo di praticarla e di impararla giorno per giorno, cercando di essere aperti a tutti e accogliendo tutti.

Quanto conta in un movimento il carisma del fondatore? Nel caso specifico dei Focolari quanto conta il carisma di Chiara Lubich?

Il carisma del fondatore è importantissimo. Non c’è un altro carisma perché si tratta di quel carisma che Dio ha dato a quel movimento, quindi evidentemente è da attualizzare: con questo non si intende cosa ha fatto, cosa ha detto o come ha vissuto Chiara Lubich ma, piuttosto, se lei fosse ancora viva, come vivrebbe l’epoca attuale. Allora cerchiamo di attualizzare questo carisma nello sforzo affinché “tutti siano uno” che è stato il motivo originario per il quale è nato il movimento ma che ancora è da attuare.

Si tende spesso a puntare l’accento sulle differenze quando non addirittura sulla rivalità tra i movimenti ecclesiali. Non sarebbe, però, auspicabile una collaborazione tra i movimenti stessi?

Noi stessi la mettiamo in pratica in tantissimi modi: attualmente, ad esempio, assieme a movimenti di altre chiese, stiamo collaborando alla commemorazione della riforma luterana, nel 500° anniversario (1517-2017). Non si tratterà di celebrare una separazione ma di ricordare un desiderio di conversione che ha mosso Lutero e che poi ha mosso la Chiesa Cattolica, con la Controriforma, per ricordare questo impegno come cristiani. Ma penso anche al nostro convegno annuale nella cittadella di Loppiano su come inquadrare l’economia da un punto di vista cristiano, anch’esso in collaborazione con altri movimenti. Senza contare innumerevoli altri convegni e congressi…

In un’epoca di secolarizzazione, tra i cattolici è ricorrente la discussione su quale principio dovrebbe prevalere tra l’annuncio della verità del Vangelo e il dialogo con chi non lo condivide: dove dovrebbe iniziare l’uno e dove dovrebbe finire l’altro?

Si tratta di due principi non in contrapposizione. Al Sinodo dei Vescovi, il Papa ha chiesto la parresia, l’ascolto e l’accoglienza: sono tre principi che vanno insieme, bisogna parlare e dire la propria idea, la verità di cui siamo convinti, bisogna comunicarla, però non deve mai essere un’imposizione ma sempre un’offerta e un’apertura ad accogliere quello che l’altro ci vuole dire, quindi, in quest’accoglienza reciproca, scoprire una verità che ci trascende tutti, quella verità che è Cristo stesso, quindi non un particolare della verità come può essere insegnata da qualcuno, piuttosto che da qualcun altro ma Cristo in persona. Non c’è contrapposizione, quindi, bisogna essere se stessi pienamente e, altrettanto pienamente, accogliere l’altro.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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