I vescovi d'Europa ricordano a Verdun i milioni di caduti durante la I Guerra Mondiale

Concluso ieri il pellegrinaggio dei presuli di CCEE e COMECE nella cittadina francese, teatro di un’orribile strage nel 1916, per il centenario del conflitto

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Si è svolto ieri, martedì 11 novembre, il pellegrinaggio dei vescovi d’Europa a Douaumont e a Verdun, in Francia, nell’ambito delle iniziative per commemorare il 100° anniversario dell’inizio della I Guerra Mondiale. Al termine della commemorazione, il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di München und Freising e presidente della Conferenza degli episcopati della Comunità europea (Comece), ha letto un messaggio.

“Per l’esperienza acquisita nelle nostre Chiese in tutta Europa — si legge nel documento ripreso da L’Osservatore Romano — siamo consapevoli di venire da Paesi, alcuni dei quali, un secolo fa ma anche più recentemente, sono spesso entrati in guerra gli uni contro gli altri. Ci ricordiamo umilmente come anche uomini di Chiesa abbiano ceduto al fuoco del conflitto e alla passione nazionalista: si tratta di un ricordo tinto di rammarico e di vergogna. Ma ci ricordiamo anche il modo stoico, costante, con il quale Papa Benedetto XV si è espresso a favore della cessazione dei conflitti armati e ha promosso la pace”.

“Il nostro pellegrinaggio a Verdun – ha letto il cardinale Marx – ci rende, come vescovi, più risoluti nel nostro impegno per aiutare l’Europa a ritrovare le radici della propria identità, ad apprezzare di nuovo i valori — molti dei quali sono profondamente cristiani — che la costituiscono come comunità e a promuovere un futuro dove regnino la pace e la giustizia per tutti i cittadini europei e per il mondo. Ispirato dalla gioia del Vangelo, il nostro incontro si è chiuso con una speranza. La speranza di un futuro pacifico per l’intera umanità”. 

Il porporato ha inoltre ricordato “con gratitudine” la realizzazione del progetto europeo e come i padri fondatori dell’Unione Europea abbiano contribuito alla pace e alla comprensione fra le nazioni che “così spesso in passato hanno fatto ricorso ai conflitti armati e vi fanno ricorso ancora oggi per risolvere le loro controversie”.

“Facciamo memoria — si legge ancora nel messaggio finale — di coloro che sono morti e di coloro che sono ancora segnati dal ricordo della perdita di innumerevoli vite umane causata da questo conflitto: quasi un milione di soldati sono deceduti nella battaglia di Verdun. Una volta ancora siamo colpiti dalla pura follia della guerra e dalla rovina che provoca. Se all’alba del ventesimo secolo i destini delle nazioni in Europa fossero stati intrecciati, la I Guerra Mondiale non ci sarebbe stata”.

Il pellegrinaggio dei vescovi a Verdun, teatro nel 1916 di una delle più lunghe e cruente battaglie della storia occidentale, è iniziato all’ossario di Douaumont. Lì i presuli della Comece e del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (Ccee) — rappresentato dal cardinale arcivescovo di Sarajevo, Vinko Puljic — hanno tenuto cerimonie di preghiera in cinque lingue, prima fra le tombe dei soldati caduti, poi nel cimitero militare e nella cappella dell’ossario dove riposano 130mila militi ignoti e dove sono state deposte candele votive.

Si sono quindi recati nella cattedrale di Verdun per la recita dei vespri e un breve discorso pronunciato dal card. Marx. Alle cerimonie hanno partecipato fra gli altri l’arcivescovo di Strasburgo, Jean-Pierre Grallet, l’arcivescovo di Lussemburgo, Jean-Claude Hollerich, e il vescovo di Verdun, Jean-Paul Gusching.

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ZENIT Staff

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