Innumerevoli sono le occasioni che mettono in mostra la preziosità della misericordia di Dio. La puoi “godere” e cantare ogni volta che, rialzandoti, “ricominci”.
Gravità e colpi d’ala si armonizzano e ne nasce il volo, come sempre nuovi colpi di pedale fanno la “corsa” e continui passi formano il cammino. Grazie alla legge di gravità, l’aquila in volo tende di continuo a perdere quota; e per mantenerla dà continui e sempre nuovi colpi d’ala.
Ad ogni percezione della debolezza, corrisponde un nuovo colpo d’ala; ad ogni presa di coscienza del limite, un nuovo sguardo al papà; ogni volta che il piede vacilla, è un gioioso ritrovarmi sulle spalle dell’onnipotente e godere un nuovo senso di “onnipotenza” che chi non crede giudica come presunzione. Ma non c’è presunzione più giustificata di quella del bambino in braccio al papà.
L’arresto delle ali fa precipitare a terra. L’arresto della fiducia in Dio fa precipitare nel baratro di se stessi dove si scoprono egoismo e miseria.
Miseria non è tanto l’attrazione alla terra, quanto lo sfiduciato arresto delle ali.
Spesso sei tentato di rammaricarti per questo “peso”, per questa “spina nella carne”. Ma se fai attenzione puoi sperimentare che Dio si compiace dell’umile perseveranza del ricominciare. Ad ogni caduta il bambino alza le braccine e la mamma lo prende, lo alza, lo rialza e con un nuovo bacio lo sorprende e anch’essa di riflesso ne gioisce.
Ad ogni tuo colpo d’ala l’onnipotenza sposa la debolezza. In armoniosa snellezza, il tuo volo si eleva per arrivare all’assenza di peso.
Ciao da p. Andrea
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