Vangelo
Gv 2, 13-22
Lettura
Il brano è suddiviso in due sezioni: la cacciata dei mercanti dal Tempio e la disputa con i Giudei circa il Tempio. Ognuna si conclude con una riflessione. È la prima delle tre feste di Pasqua ebraiche riportate dall’Evangelista, Gesù inizia la sua missione pubblica a Cana con il primo miracolo, poi si ferma a Cafàrnao e quindi si dirige verso Gerusalemme per la Pasqua.
Meditazione
Il brano di oggi, a noi che siamo abituati a vedere un Gesù mite, che pronuncia parole di amore, di misericordia, sicuramente ci lascia perplessi. È preso da un forte sdegno; al tono grave della voce fa seguire gesti forti quali fare una frusta, scacciare tutti fuori dal tempio, rovesciare tavoli e ordinare di portar fuori la mercanzia. Il tempio, segno della presenza stabile di Dio in mezzo al suo popolo, il luogo sacro per eccellenza, è stato trasformato in un mercato. Gesù non resta inerme, non vi è spazio per un dialogo pacato: all’adorazione di Dio si è sostituita la logica del profitto, il nuovo vitello d’oro, e la reazione di Gesù è forte, proprio come lo fu quella di Mosè scendendo dal monte con le tavole della legge. Quando il cuore dell’uomo è povero, la luce dello spirito è spenta, le passioni si riversano sulle cose e la bramosia del denaro ha il sopravvento su tutto, tutto divora: la ricchezza diventa il fine della propria esistenza, è idolo a cui tutto viene sacrificato, nell’illusione che con essa si è onnipotenti. Gli spettatori hanno il cuore ancorato alla loro salvezza, la ricchezza. Si rifiutano di credere in Gesù, chiedono segni certi non per convertirsi ma per provocare e mettere in ridicolo: hanno già la loro fede, il loro idolo. Cristo risponde a tale insensibilità con un segno che ha il sapore di una sfida: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». La sfida non solo non viene accolta ma è motivo di scandalo e di derisione, va contro ogni logica apparente, come accade alle motivazioni dello spirito rispetto a quelle materiali, quando non si ha presente il fine ultimo della propria esistenza. L’Evangelista sa bene la difficoltà che proviamo, e ci viene in aiuto con il suo inciso: «Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù».
Preghiera
«Beato l’uomo che teme il Signore e nei suoi precetti trova grande gioia. Potente sulla terra sarà la sua stirpe, la discendenza degli uomini retti sarà benedetta. Felice l’uomo pietoso che dà in prestito, amministra i suoi beni con giustizia. Egli non vacillerà in eterno: eterno sarà il ricordo del giusto» (Sal 111).
Agire
Oggi rinuncio non a qualcosa di superfluo, ma a ciò che reputo tanto importante da non sapervi rinunciare facilmente.
Meditazione a cura di don Donatello Camilli, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it