Vangelo
Lc 14,25-33
Lettura
Siamo sempre nel contesto del cammino verso Gerusalemme. Gesù, attraverso le parabole e la simbologia del pranzo, invita chi lo ascolta a muovere i passi verso una maggiore consapevolezza del proprio agire, e a confrontarsi con la chiamata del Padre, a fare spazio e prendere le distanze dalla falsa presunzione di entrare nel Regno solo perché destinatari dell’invito: c’è bisogno del coinvolgimento personale. Cristo chiede di tenere il passo e di avanzare insieme con Lui attraverso richieste sempre più precise e radicali.
Meditazione
Una grande folla andava con Gesù verso la Città Santa, crede di seguire il proprio maestro, ma Gesù ha ben chiara la meta del suo cammino; la folla, con passo lento, accompagna, non ancora segue, perché è appesantita dal carico delle sue personali aspettative. Gesù si volta a guardare e chiede di lasciare il loro carico, di svincolarsi da tutto ciò che frena e ostacola il seguirlo. Per questo cammino, chiede l’impiego di un’energia nuova, non la forza, non le passioni, non il desiderio del benessere, non la prospettiva di ricchezza, non la sicurezza o la realizzazione di sé, ma l’amore libero, fiducioso e disponibile a compiere la volontà del Padre. A saper mettere questo amore al centro della proprie priorità per essere discepolo autentico, facendosi carico delle proprie responsabilità e consapevolezze non più come pesi e freni, ma come prova di cammino e sequela reale della Sua persona. Chi disdegna il proprio carico lungo il cammino della sequela del Cristo non è vero discepolo, ma maestro della sua stanchezza e staticità. L’odio è un amore rovesciato; il Cristo non chiede di non amare, ma di esser messo al primo posto, di apprendere da lui la misura e l’intensità dell’amore per poi riversarlo su tutti, non il contrario. Allora si riesce a offrire in pienezza la propria vita, percependo la grandezza dell’amore a cui siamo chiamati non come una privazione ma come possibilità di espansione, di crescita e di realizzazione piena. Di fronte a tanta radicalità il Maestro non fa mancare il suo incoraggiamento e sostegno; con le due parabole della costruzione della torre e del re che deve partire in guerra, ci dice che bisogna riflettere bene per non fallire nell’impresa, ma non farà mancare mai la luce e la forza necessaria per decidersi. Nel cammino non si è soli.
Preghiera
Dirigi i miei passi, Signore, alleggerisci il mio cammino dai fardelli inutili che caparbiamente porto con me e che impediscono di rendere spedito il mio camminare; rendimi capace di seguire te solo, donami la forza necessaria per seguire le tue orme e non privarmi della tua presenza nei momenti di sconforto.
Agire
Oggi farò visita a chi soffre cercando di essere prossimo, e anche valido sostegno.
Meditazione a cura di don Donatello Camilli, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it