I Provinciali d’Italia degli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, hanno inaugurato ieri a Tivoli (Roma) la LIV Assemblea Generale sul tema: Missione della Chiesa e Vita Consacrata.
Il convegno si protrarrà fino al prossimo venerdì e culminerà con l’Udienza del Santo Padre.
L’iniziativa è promossa dalla Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori (CISM) che molto lavora in campo formativo, vocazionale, giuridico, a sostegno delle diverse famiglie religiose presenti sul territorio nazionale.
Lodevole è anche l’impegno sociale con l’assistenza agli orfani di Kabul.
Ha introdotto i lavori il Segretario Generale, Padre Fidenzio Volpi OFMCap, seguito dalla prolusione del Presidente della CISM, il carmelitano Padre Luigi Gaetani.
Il filo conduttore del convegno è la riflessione e l’applicazione della dimensione profetica della Evangelii Gaudium nella vita religiosa.
Nell’Esortazione Apostolica di Papa Francesco i Religiosi si sentono interpellati e provocati quale faro e fiaccola per la Chiesa e per la società: faro come punto di riferimento stabile; fiaccola come luce che cammina nella storia dell’uomo.
Per i Religiosi l’intento di Papa Francesco è l’invito a passare da una pastorale di conservazione ad una pastorale di missione che risponda alle sfide della nuova evangelizzazione.
Nell’opera di rinnovamento della Chiesa importante sarà la capacità di tessere relazioni e d’incontrarsi all’interno della ricchezza dei carismi in una cultura d’incontro sostenuta dalla ecclesialità dove l’immagine del poliedro inaugurata da Papa Francesco all’incontro con gli universitari dello scorso anno, ben si addice alla sinergie tra le varie forme di vita consacrata.
Esiste infatti un nesso profondo tra missio e renovatio.
“I carismi non sono solo un contenuto un dono congelato da non scongelare mai, privo di storicità.
I carismi sono un modo di essere, un modo di agire.
È questo che fa emergere la ininterrotta grazia dello spirito altrimenti c’è il rischio di perdere il sensus ecclesiae.
I Religiosi auspicano anzi un innalzamento qualitativo delle Mutuae Relationes con l’episcopato in virtu della comunione e del servizio all’episcopato del quale vogliono farsi testimoni.
Oggetto della missione e dell’attenzione della Chiesa rimane l’uomo ferito al quale offrire misericordia e guarigione attraverso i sacramenti della Chiesa.
“Le persone cambiano quando si sentono accolte e non umiliate”.
Viene a questo proposito anche stimmatizzata la tentazione al funzionalismo dei Religiosi e valorizzata invece la loro ricollocazione all’essenziale quadro così caro a S. Teresa di Lisieux: “nella Chiesa sarò l’amore”.