Nostra Signora del Suffragio e il beato Francesco Faà di Bruno

Le Suore Minime hanno concluso il loro Capitolo Generale

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Il giorno successivo alla commemorazione dei defunti ricorre la memoria di Nostra Signora del Suffragio, una devozione legata in particolare alla straordinaria e poliedrica figura del beato Francesco Faà di Bruno e alla Congregazione delle Suore “Minime di N.S. del Suffragio”, da lui fondate a Torino, nel 1881.

Questa famiglia religiosa ha concluso sabato 1 novembre il Capitolo Generale, che ha permesso di rivedere e di riformulare la fedeltà al Carisma e alla “Vita in comune”; di valutare le opere dell’apostolato e di eleggere la nuova Superiora Generale e il suo Consiglio. Madre Fabiola, Superiora uscente, salutando e ringraziando le consorelle presenti, ha citato una frase del Fondatore, molto significativa e correlata alla solennità di Tutti i Santi. Scriveva il beato Faà di Bruno alla sorella che la sola e unica cosa che conti davvero è farsi santi: tutto il resto vale nulla, come fosse un gioco da ragazzi.

Nel suo sofferto cammino, alla ricerca costante e appassionata della Volontà di Dio, Francesco fu militare, impegnato nella Prima Guerra d’Indipendenza, scienziato, matematico – studente a Parigi- musicista e infine sacerdote. Sul fronte delle operazioni belliche del 1849 non cessava – pur giovanissimo: aveva solo 24 anni – di custodire viva premura per il bene di tutti. Scriveva alla sorella: “Non dimenticare di pensare, dinnanzi a Dio, a tanti ufficiali, a tanti soldati che temo, in un momento così fatale, non mirino a purgarsi, ed a confortarsi, sempre per quella negligenza delle cose divine, della quale, vestitisi in pace, non possono spogliarsi più nemmeno in guerra. Raccomanda sì pietoso ufficio anche alle persone devote di tua conoscenza, poiché ti assicuro che anche in questo tu arrechi un bene – che non si può maggiore- alla patria, essendo i militi in grazia quelli che sono poi più valorosi in guerra.

Ancora laico ideò e realizzò – come dicevamo – il Santuario torinese dedicato a N. S. del Suffragio. I tanti caduti, sui campi di battaglia di quella sanguinosa epoca, avevano indotto il suo spirito sensibile a promuovere la lodevole iniziativa -espressione della più genuina pietà cristiana- di suffragare le anime dei defunti. Si dedicò, perciò, alla erezione del suddetto Tempio e alla creazione di un Istituto Religioso, che sostenesse tale meritoria opera. Sorsero anche, contemporaneamente, iniziative benefiche in favore dei poveri, delle ragazze madri, dei Giovani. Le Suore “Minime” proseguono oggi il cammino, nel solco indicato dal Fondatore: accanto a variegate forme di “caritativa” vige ancora l’impegno di pregare per tutti i defunti: vero atto di amore e di attenzione nei confronti di chi necessita del nostro suffragio.

L’intuizione del beato Faà di Bruno conserva tuttora il suo valore e la sua attualità. Constatiamo oggi il progressivo disinteresse, da parte di molti -spesso anche credenti e praticanti-, al destino eterno nostro e dei nostri cari: la secolarizzazione ha sempre più abbassato il tiro, relegando all’angusto “recinto” del presente, del “quaggiù” tutti i nostri interessi e le nostre preoccupazioni. Chi ama, chi prova ad amare con il Cuore stesso di Cristo, non circoscrive né comprime nel tempo e nella storia il suo campo d’azione, ma sa spaziare, volgendo intorno a sé il suo sguardo, colmo di tenerezza, di pietà e di compassione. La Chiesa maternamente, collocando l’una dopo l’altra, le giornate dedicate a Tutti i Santi e ai nostri fratelli defunti, ci aiuta a indirizzare lo sguardo interiore alla meta definitiva del nostro peregrinare e ad alimentare la devozione per le anime sante del Purgatorio.

Il legittimo impegno nelle vicende e nelle circostanze del mondo non devono cancellare, in noi, il pensiero delle “cose ultime”, del destino eterno di ogni uomo. Quanto mai moderno e attuale è, perciò, il richiamo che le Suore “Minime del Suffragio” suscitano, alla mente e al cuore, a beneficio di chi soffre per la propria purificazione e attende il nostro ricordo –soprattutto nella celebrazione eucaristica- quale rimedio e conforto per le proprie pene.

La vicinanza -che non è solo “geografica”, ma prima di tutto affettiva e spirituale- con le Suore fondate dal beato Francesco mantiene vivo il ricordo in noi di quella “regione” della Chiesa che comprende i tanti fratelli non ancora giunti all’abbraccio eterno del Padre e che implorano da noi la carità di una semplice – ma sincera – preghiera per loro.           

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Mario Piatti

Padre Mario Piatti, I.C.M.S., è direttore del mensile Maria di Fatima

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