Una app per donare cibo gratuitamente ai bisognosi

Con il supporto della Santa Sede e del governo italiano, il prossimo 8 dicembre partirà il progetto “Fame Zero”, che, attraverso un’applicazione su smartphone, consentirà di aiutare i poveri delle città italiane

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Stabilire un ponte diretto ed immediato tra chi ha possiede più cibo del necessario e tutti coloro che non ne hanno per niente o che faticano a guadagnarsi anche una razione quotidiana. Da oggi sarà possibile grazie ad una app, un’applicazione scaricabile sui diversi smartphone, che consentirà di fornire del buon cibo, altrimenti buttato via, a tutti i poveri e gli indigenti.

Il progetto, nato contro lo spreco alimentare, si intitola “Fame zero”, prendendo il nome della campagna Onu e del Programma alimentare mondiale, lanciata da Ban Ki Moon. Supportata dalla Segreteria di Stato vaticana, nella persona del monsignore spagnolo Francisco Froján, e dal governo italiano, l’iniziativa partirà l’8 dicembre prossimo, in concomitanza con l’illuminazione di un grande albero di Natale in piazza di Spagna, a Roma

Tre sono gli utenti che la campagna coinvolge, divisi per categorie: donatori, angeli e centri. I primi sono coloro che forniscono il cibo , gli “angeli” quelli che lo consegnano , e i “centri”, i luoghi fisici, a chilometri zero, rispetto ai donatori, dove sarà dato ai bisognosi. Lo scopo è di creare uno spazio in cui gli utenti possono avere cibo gratuitamente.

“Per esempio – ha spiegato mons. Froján, nella conferenza stampa di presentazione a Palazzo Chigi – immaginate di aver dato una festa a casa e che vi avanzano delle scatolette di tonno. È possibile condividere queste informazioni su Internet e sulla nostra applicazione. L’angelo arriverà la sera stessa e il cibo sarà immediatamente consegnato al qualcuno che ne ha bisogno”.

La campagna ha ricevuto il plauso anche del cardinale honduregno Oscar Rodriguez Maradiaga, presidente di Caritas Internationalis, il quale ha sottolineato l’importanza del progetto su scala globale. I centri Caritas saranno almeno una parte dei ‘centri’ di “Fame Zero” in Italia.

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ZENIT Staff

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