Lorenzo Porzio, canottiere e maestro di musica per educare anima e corpo

Il campione olimpionico spiega come tramite la pratica sportiva e l’educazione musicale si possono formare veri vincitori anche nella vita

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Porzio non è solo un campione di canottaggio ma anche un pianista, concertista, compositore e direttore di orchestra. Anche lui era presente lo scorso sabato 25 ottobre, al convegno internazionale “Lo sport… ben oltre lo svago!” organizzato dall’Università Europea di Roma, in collaborazione con la rete internazionale di 15 Università dell’Anàhuac. E, intervistato da ZENIT, Porzio ha parlato proprio di questo binomio tra sport e musica, il quale contribuisce allo sviluppo del corpo e dell’anima.

Ma prima, l’allenatore ha voluto parlare dei sogni, spiegando che “per raggiungere grandi obiettivi bisogna essere dei sognatori perché più sono grandi e importanti i nostri sogni più forza riusciamo a sviluppare… Ad ogni allenamento quando c’è da stringere i denti, soffrire, faticare, superare limiti,  noi atleti rincorriamo un sogno e da quello poi traiamo la nostra forza”. “Certo – ha aggiunto – il sogno è un arma a doppio taglio da una parte ti può far trovare e moltiplicare le energie, dall’altro può farti perdere il senso della realtà”.

Infatti, motivi di età o infortuni possono costringere ogni atleta a interrompere l’attività agonistica, che di media dura tre quadrienni olimpici, tra i dodici e i quindici anni. In particolare, sport di prestazione come il canottaggio, il nuoto l’atletica, sono attività che logorano.

“Per questo motivo io dico ai giovani di non sacrificare tutto sull’altare dell’attività sportiva ma di coltivare anche altre passioni – ha affermato il campione -. Già in giovane età bisogna provare a sognare un attività che va oltre l’attività agonistica. Per la realizzazione del’individuo e la formazione di ogni persona  è importante che ci sia qualcosa di altro, non solo dal punto di vista economico e lavorativo”.

“Capisco anche che se fino a 35 anni sei stato il numero uno in una attività sportiva, poi ti sarà difficile scendere dal piedistallo e diventare un ‘signor nessuno’, perché ogni nuova attività necessita di tempo per conoscerla e praticarla. Dal punto di vista psicologico il passaggio può essere ruvido e difficile. Perciò soffro quando sento dei genitori che dicono: ‘Mio figlio studia e quindi non può fare sport’ oppure ‘fa sport a livello agonistico e non può studiare’”.

Porzio può testimoniare “che l’impegno, il lavoro, la passione e la determinazione ti possono portare lontanissimo”: “Per quanto mi riguarda – ha detto – sono fortunato perché fin da bambino ho capito subito quale era la mia strada e sono andato dritto come un treno. Capisco però che ci vuole un impegno dei genitori per far capire ai figli che la pratica sportiva, che ti porti o no ad essere un campione, ti accompagnerà per un lasso di tempo relativamente breve. Ma se tu sfrutti bene quel lasso di tempo questo ti fornirà gli strumenti per diventare veramente un uomo migliore, potrai acquisire insegnamenti che ti accompagneranno per tutta la vita”.

E parlando di vita, Lorenzo Porzio ha guardato indietro alla sua, raccontando come fin dall’inizio si sia divisa tra la passione per lo sport e quella per la musica, nonostante i genitori avessero altri progetti per lui. “Ho cominciato a sette anni lo studio del pianoforte e a undici quello dell’organo, però mio padre mi voleva dottore in legge, mi ha permesso di praticare lo sport e la musica come riempitivi della vita. Mi diceva: ‘tu dovrai fare l’avvocato o il notaio’. Ho studiato giurisprudenza obbligato dalla mia famiglia, arrivato poi ad un certo punto della vita universitaria ero in nazionale di canottaggio e mi ero già diplomato in pianoforte al Conservatorio”. 

“Ho parlato con mio padre e gli ho detto: ‘Senti papà quello che tu reputi solo giochi sono invece la mia vita, le mie passioni, sono convinto che  lo sport e la musica possono diventare anche il mio lavoro. E’ difficile ma lo reputo possibile’. A quel punto mio padre mi ha risposto: ‘Va bene, vuoi fare di testa tua, ma te la devi cavare da solo’. E proprio in quell’anno vinsi la medaglia alle Plimpiadi e proseguii per la mia strada. Mi sono diplomato in composizione al Conservatorio e sono diventato direttore di orchestra. Ci sono riuscito perché era veramente quello che volevo fare, ci ho creduto fino alla fine”.

“Musica e sport mi hanno sempre accompagnato”, ha proseguito Porzio. “Avevo un contratto con la Nazionale e ovunque andavo era previsto che potessi avere a disposizione un pianoforte. Tra un allenamento e l’altro, suonavo, componevo, scrivevo. Non sentivo la fatica, era la mia passione, mi divertivo”.  

Oggi, che è direttore d’orchestra, Lorenzo continua a suonare, insegnare musica a scuola e, allo stesso tempo, ad allenare al circolo canottieri Aniene di Roma. “Alleno una squadra di 100 ragazzi dai 10 ai 14 anni. Mi piace tantissimo lavorare con i giovani e per questo sono anche Ambasciatore dell’Unicef. Vado nelle scuole di Roma a spiegare ai ragazzi come i valori di chi pratica lo sport educano le persone e li accompagnano per tutta la vita”.

“Quando ero sul podio olimpico – ha poi ricordato – mi sono reso conto che si poteva fare qualcosa di più  grande. Quell’esperienza mi ha spinto a trasmettere i migliori insegnamenti alle nuove generazioni. E la musica oltre a permettermi di esternare immaginazione, creatività, sensibilità, è un formidabile strumento di comunicazione. Per questo mi sto battendo affinchè l’educazione sportiva e l’insegnamento musicale tornino ad essere importanti nel contesto dei programmi scolastici”.

Alla domanda, infine, sulla spiritualità che anima la sua vita e il suo lavoro, il campione ha risposto: “La fede è alla base della mia vicenda umana. Ho cominciato suonando l’organo in Chiesa, ed ancora oggi ogni domenica suono l’organo della Basilica di piazza Euclide, ai Parioli. Lo faccio perché mi piace, ci credo e sono riconoscente per quanto la Chiesa mi ha dato negli anni difficili della mia formazione”.

In merito all’attuale Pontefice, Porzio non ha dubbi: “Francesco è il Papa del cuore, il Papa del popolo, il Papa di tutti che fa poche chiacchiere e molti fatti. Il suo è un messaggio di amore che è commovente. Aiutiamolo!”

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Antonio Gaspari

Cascia (PG) Italia Studi universitari a Torino facoltà di Scienze Politiche. Nel 1998 Premio della Fondazione Vittoria Quarenghi con la motivazione di «Aver contribuito alla diffusione della cultura della vita». Il 16 novembre del 2006 ho ricevuto il premio internazionale “Padre Pio di Pietrelcina” per la “Indiscutibile professionalità e per la capacità discreta di fare cultura”. Il Messaggero, Il Foglio, Avvenire, Il Giornale del Popolo (Lugano), La Razon, Rai tre, Rai due, Tempi, Il Timone, Inside the Vatican, Si alla Vita, XXI Secolo Scienza e Tecnologia, Mondo e Missione, Sacerdos, Greenwatchnews. 1991 «L'imbroglio ecologico- non ci sono limiti allo sviluppo» (edizioni Vita Nuova) . 1992 «Il Buco d'ozono catastrofe o speculazione?» (edizioni Vita Nuova). 1993 «Il lato oscuro del movimento animalista» (edizioni Vita Nuova). 1998 «Los Judios, Pio XII Y la leyenda Negra» Pubblicato da Planeta in Spagna. 1999 «Nascosti in convento» (Ancora 1999). 1999 insieme a Roberto Irsuti il volume: «Troppo caldo o troppo freddo? - la favola del riscaldamento del pianeta» (21mo Secolo). 2000 “Da Malthus al razzismo verde. La vera storia del movimento per il controllo delle nascite” (21mo Secolo, Roma 2000). 2001 «Gli ebrei salvati da Pio XII» (Logos Press). 2002 ho pubblicato tre saggi nei volumi «Global Report- lo stato del pianeta tra preoccupazione etiche e miti ambientalisti» (21mo Secolo, Roma 2002). 2002 ho pubblicato un saggio nel nel Working Paper n.78 del Centro di Metodologia delle scienze sociali della LUISS (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli di Roma) «Scienza e leggenda, l’informazione scientifica snobbata dai media». 2003 insieme a VittorFranco Pisano il volume “Da Seattle all’ecoterrorismo” (21mo Secolo, Roma 2003). 2004 ho pubblicato insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti” (Edizioni Piemme). 2004 coautore con del libro “Emergenza demografia. Troppi? Pochi? O mal distribuiti?” (Rubbettino editore). 2004 coautore con altri del libro “Biotecnologie, i vantaggi per la salute e per l’ambiente” ((21mo Secolo, Roma 2004). 2006 insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti 2” (Edizioni Piemme). 2008 insieme a Riccardo Cascioli il libro “Che tempo farà… Falsi allarmismi e menzogne sul clima (Piemme). 2008, è stata pubblicata l’edizione giapponese de “Le bugie degli ambientalisti” edizioni Yosensha. 2009. insieme a Riccardo Cascioli “I padroni del Pianeta – le bugie degli ambientalisti su incremento demografico, sviluppo globale e risorse disponibili” (Piemme). 2010 insieme a Riccardo Cascioli, è stato pubblicato il volume “2012. Catastrofismo e fine dei tempi” (Piemme). 2011 Questo volume è stato pubblicato anche in Polonia con l’imprimatur della Curia Metropolitana di Cracovia per le e3dizioni WYDAWNICTTWO SW. Stanislawa BM.

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione