Signore, eccomi

Gesù si è “svuotato” per servire a te e a me la sua divinità

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Un bel giorno, il Signore disse all’albero più amato del suo giardino: “Caro bambù, ho bisogno di te”. Sembrava al bambù che fosse venuto il giorno di tutti i giorni, il giorno per cui era nato. “O Signore, sono pronto. Fa di me l’uso che vuoi.”

“Bambù”, la voce del Signore era seria, “per usarti devo abbatterti”. “Signore, fa uso di me per la tua gioia, ma, per favore, non abbattermi!”.

“Mio caro bambù”, disse il Signore, e la sua voce era più seria, “se non posso abbatterti, non posso usarti”. Lentamente, il bambù chinò la testa. “Signore, se non puoi usarmi senza abbattermi, eccomi”.

“Mio caro bambù”, non devo solo abbatterti, ma anche tagliarti le foglie e i rami”. “O Signore, lasciami almeno i miei rami”.

“Se non posso tagliarli, non posso usarti”.

Il bambù tremò e…: “Signore, tagliali!”.

“Mio caro bambù…ancora di più. Devo spaccarti in due e strapparti il cuore. Se no, non posso usarti”. Il bambù non poté più parlare. Si chinò fino a terra.

Così il Signore del giardino abbatté il bambù, tagliò i rami, levò le foglie, lo spaccò in due e ne estirpò il cuore. Poi portò il bambù alla fonte di acqua fresca. Un’estremità del tronco la collegò alla fonte; l’altra la diresse verso il suo campo arido.

Quando in giardino era bello e grazioso non serviva a nessuno, ma ora povero e distrutto per amore, è diventato un prezioso canale, che il Signore usa per rendere fecondo il suo regno.

Gesù si è fatto “verme e non uomo” per servire a te e a me la sua divinità.

Ciao da p. Andrea

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Andrea Panont

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