Paolo VI fu un "monaco nel cuore"

A Montecassino il cardinale Pietro Parolin ricorda il legame del nuovo beato con la spiritualità benedettina

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La celebrazione dei vespri per i 50 anni della proclamazione di San Benedetto patrono d’Europa, ha dato lo spunto al cardinale Pietro Parolin per riflettere sulla figura di Paolo VI a una settimana dalla sua beatificazione.

Papa Montini era un “monaco nel cuore”, ha detto il segretario di Stato Vaticano, durante l’omelia nell’abbazia di Montecasino, “come dimostrano i suoi numerosi discorsi ai monaci, nei quali riemerge quella prima impressione d’incanto che egli ebbe al momento della sua originaria esperienza della vita monastica e che fu per lui al tempo stesso scoperta della bellezza della preghiera”.

Parolin ha quindi menzionato un discorso tenuto dallo stesso Paolo VI agli abati benedettini l’1 ottobre 1973, quando, a sua volta, il papa bresciano aveva rievocato un suo precedente soggiorno a Montecassino, avvenuto nel 1930, nel decennale della sua ordinazione sacerdotale, quando raccontò di “un senso di estasi per la maniera con la quale i monaci celebravano le sacre cerimonie”.

“Questa impressione – proseguì papa Montini –  fu scolpita nella mia anima, e rimase uno degli argomenti, uno dei motivi, per cui mi fu caro dare la mia vita al servizio del Signore”.

Su queste basi fu plasmata l’Europa, un continente che “a partire da questi presupposti deve porsi come obiettivi fondamentali la fede e l’unità, cioè, l’unità spirituale dei popoli europei”. Fu anche per questo che, nel 1946, il beato Paolo VI proclamò San Benedetto patrono d’Europa.

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Fonte: SIR

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ZENIT Staff

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